Banca Generali, Mossa dice la sua sul caso Gamestop

Il clamore mediatico del caso Gamestop arriva ai piani alti della consulenza finanziaria italiana. Gian Maria Mossa, ad e dg di Banca Generali, ha infatti recentemente espresso la sua visione sul tema mediante un post sul proprio profilo LinkedIn. Ve lo proponiamo di seguito.

In questi giorni si è aperto un dibattito su rischi ed opportunità di applicare le logiche social anche ai mercati finanziari, sfruttando la forza del collettivo per indirizzare i prezzi di singoli titoli e strumenti finanziari. Il primo caso eclatante è stato quello del titolo di GameStop, una delle azioni più bersagliate da operatori qualificati (hedge funds) che hanno venduto il titolo allo scoperto (short) per un numero di azioni superiore a quelle in circolazione (parliamo del 130% delle azioni in circolazione). Viene difficile pensare che un titolo possa essere venduto per un quantitativo che superi la dimensione dell’azienda stessa e questo eccesso è probabilmente quello che ha determinato il senso di rivincita con cui tanti piccoli risparmiatori hanno iniziato ad acquistare il titolo fino ad obbligare gli hedge fund a chiudere le posizioni con ingenti perdite.

La rivincita dei piccoli contro i grandi? Non esattamente…

Fino a qui sembra essere una vera e propria rivincita dei piccoli verso i grandi, del popolo dei social nei confronti di istituzioni finanziarie considerate alla stregua di avvoltoi della finanza. Esistono però diversi punti di vista per guardare a quanto accaduto e vorrei in particolare focalizzarmi su 3 temi di riflessione:

1.      Il fenomeno della vendita allo scoperto di un titolo interessa solo una piccola parte del mercato (qualcuno dice intorno al 2% delle azioni in circolazione) ed in alcuni casi è solo grazie agli hedge ribassisti che si è venuti a conoscenza di frodi (pensiamo al caso Wirecard). Resta però il tema di come impedire di esasperare l’uso dello short per non alimentare distorsioni di mercato, magari mettendo dei limiti max di shorts.

2.      Possiamo dire che il mondo dei social (la vicenda è partita dagli utenti attivi all’interno di un thread su Reddit, il WallStreetBets/r con oltre 4 milioni di partecipanti!) ha vinto perché diversi hedge fund hanno registrato forti perdite ed alcuni di essi probabilmente non avranno la forza di restare a galla. Davide sconfigge Golia a qualsiasi costo. Parlo di costo perché la storia ci insegna che i titoli, spinti da squilibri tra domanda ed offerta possono discostarsi molto dal loro valore reale ma prima o poi questo gap si chiude, con perdite ingenti per gli ultimi arrivati. Più che il +1700% dai minimi personalmente sono rimasto più colpito dal -60% di martedì e da una perdita dal massimo raggiunto (350$) alle quotazioni di oggi di oltre l’80%.  

3.      Guardando all’intera vicenda, faccio veramente fatica a non pensare che dietro a questa operazione non ci siano professionisti che hanno saputo abilmente orchestrare un piano di comunicazione social per creare una delle più grandi bolle finanziarie degli ultimi anni. Tale ipotesi è stata peraltro sottolineata anche sul Corriere della Sera da Gianmario Verona e Daniele Manca. Non sarà quindi che il 1700% lo ha ottenuto qualche furbetto ed il cerino in mano (-80%) è rimasto ai più ingenui?

Insomma, la narrativa secondo cui i piccoli investitori abbiano messo in scacco i grandi investitori internazionali spiega solo parzialmente il fenomeno. Per comprenderlo fino in fondo, dobbiamo infatti guardare a chi effettivamente pagherà lo scotto di questa operazione. E se invece pochi trader avessero invece messo in scacco moltissimi piccoli neofiti dei mercati?

Oltre a questo, ci sono poi diversi aspetti legati a potenziali frodi e rischi di aggiotaggio su cui giustamente le autorità di vigilanza americane stanno indagando.

Cosa ci insegna la vicenda Reddit-GameStop

Questa vicenda però non deve essere sprecata ma bensì valere come insegnamento in un mondo che ormai troppo spesso cerca scorciatoie e tende a semplificare anche temi che di semplice hanno ben poco. Il risparmio è un pilastro importante della crescita individuale che va coltivato e nutrito nel tempo, con metodo e competenza. Scelte sbagliate possono essere rovinose, il che non vuol dire che negli investimenti non si possa sbagliare (anche perché i mercati sono per loro natura imprevedibili). Ma proprio per questo motivo, non bisogna mai mettersi nelle condizioni per cui un singolo errore possa mettere in discussione la sostenibilità di un percorso. Ci sono concetti semplici come diversificazionerischio / rendimento e orizzonte degli investimenti che definiscono i confini del campo di gioco. Poi, per giocare, meglio se si scende in campo preparati e con un buon coach!  

 

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