Vaccini: bancari sì, consulenti no. Federpromm non ci sta

Si torna a discutere di vaccini nel mondo delle banche e delle reti. L’associazione Federpromm-Uiltucs  si è espressa attraverso le dichiarazioni del suo presidente Marucci che. nel dare il proprio assenso come organizzazione a quanto proposto da ABI e Sindacali del settore bancario di favorire il percorso da parte delle banche di somministrazione dei vaccini ai propri dipendenti, ha tuttavia sottolineato come nell’aggiornamento del protocollo del Ministero della Salute del 10 marzo  debbano essere “inseriti” anche i consulenti finanziari nonché tutti gli operatori del settore creditizio ed assicurativo  che nella loro attività professionale svolgono consapevolmente e con “rischio” il proprio lavoro nell’interesse dei clienti, dei risparmiatori e degli investitori. E questo per assicurare una copertura quanto più ampia possibile in tali settori maggiormente esposti al contagio.

Fare una discriminazione a livello sociale tra lavoratori di serie A o di serie B o dettare delle condizioni non giustifica – ha proseguito Marucci – quali siano i presupposti  e i criteri di selezione che devono essere adottati nella scelta o priorità da seguire su chi tutelare prima e chi dopo ma richiedono una consapevolezza e una organizzazione e capacità da parte di tutti nell’assumere atteggiamenti responsabili e comuni, almeno fino a quando non si creano le condizioni oggettive per soddisfare – con l’arrivo massiccio di tutti i farmaci esistenti sul mercato – una vaccinazione a largo raggio e di massa, così da debellare  la pandemia che ha creato danni irreparabili sulla tenuta del sistema economico e produttivo del paese e danni ancor più gravi a livello psicologico,familiare  e di socializzazione primaria.

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