Consulenti, occhio ai Fantastici 3 (più uno)

A cura di Maria Anna Pinturo, consulente presso Credem con la qualifica di Wealth Planner e fondatrice del blog diversamentefinanza.com. 

Chissà perché, oggi occorre tornare ad essere un po’ tradizionali nell’approccio all’investimento. Sapete che sono ormai una sostenitrice del cambiamento sia nella Consulenza sia nell’approccio al cliente, nonché promotrice di uno stravolgimento del modo di pensare dello stesso investitore. Ma sono anche certa che il passato, o meglio, le radici, contino sempre quando si tratta di giudicare. Anche gli investimenti. E così oggi torniamo a un abito che caratterizzava maggiormente la giacchetta (senza offesa) del consulente finanziario fino all’anno scorso. Quando qualcosa è cambiato. Sotto ogni profilo.

Ebbene, cosa faceva il Consulente Finanziario? Parlava più di Large Cap o Mid Cap per decidere su quali aziende puntare e si focalizzava su Mercato Sviluppato o Mercato Emergente, o tutti e due, in un’ottica di diversificazione, addentrandosi dunque nei singoli Paesi per fare di essi una vera e propria parte del portafoglio, se non concentrando su di essi il focus principale dell’asset allocation. Si diceva e si dice anche ora, ma con maggiore enfasi sui Temi, quasi tangenziali a tutto il resto e divenuti centrali per costruire il portafoglio: «Ci posizioniamo il 50% su America, per il resto diversifichiamo su Europa e sul resto del mondo».

Ebbene, oggi è un po’ come rivivere il giorno della Marmotta del famoso film Ricomincio da capo, commedia esilarante del ’93. Perché si ripete qualcosa di notoriamente obsoleto. Occorre investire su alcuni paesi preferendoli ad altri…

E tuttavia la differenza c’è, rispetto al pre-epidemia. Anche qui. Perché il già noto si veste del fantastico, suggerendo che per scegliere su quali Paesi puntare occorra essere toccati da qualcosa di straordinario. E l’opzione non va data solo alla stranominata Cina, di cui oggi in questa sede non ci occupiamo.

Oggi occorre puntare sguardo e attenzione su quanto sta accadendo in Paesi che prima si nominavano sì, ma che oggi potrebbero essere la scena di vicende quasi fantastiche, e invece reali. Su cui dunque fare una riflessione per prendere qualche decisione, pur sempre pesata e guidata da una Consulenza.

E qui iniziamo proprio dalla sorpresa suscitata da uno di questi Paesi “fantastici”, che potremmo identificare come la Torcia Umana.

Leggiamo da ILSOLE24ORE del 17 marzo 2021:

Flessibilità e dinamismo, così Ankara mette la crisi alle spalle L’andamento dell’economia ha colto tutti di sorpresa, nonostante la pandemia
…Coriacea, recidiva, resistente…

…Se soltanto di questi tempi, quando la pandemia paralizzava il mondo, qualcuno avesse parlato di crescita del Pil nell’arco di sei mesi, sarebbe stato tacciato di ingenuità, se non deriso come visionario. Invece, l’andamento dell’economia turca ha colto il mondo di sorpresa. Nell’ultimo trimestre del 2020 ha registrato una crescita del 5,9% (dati dell’Ufficio statistico turco). In tutto il nutrito club del G20 solo la Cina ha fatto di meglio, (+6,5%). 

 

In un mondo dove parlare di crescita del Pil avrebbe destato irrisione, la Turchia ha allungato il passo, solo a una incollatura dalla Cina. Con uno sbilanciamento sulle previsioni di crescita per questo Paese da parte di agenzie di rating e banche internazionali (l’articolo continua: «Fitch Hsbc e Goldman Sachs hanno rivisto le loro previsioni per il 2021 portandole rispettivamente a +4,7%, +4,2% e + 4,5%»)

Come sempre, in qualsiasi supereroe c’è sempre un punto debole che lo rende attaccabile, inerme. Parlando della Turchia, l’Inflazione non può essere taciuta: sempre dal pezzo citato si legge: «Un problema annoso, che affonda le radici dalla fine degli anni ’70. Da tre anni a questa parte è rimasta quasi sempre sopra le due cifre. E lo scorso mese è tornata sopra il 15 per cento». Senza dimenticare che laddove si cercherebbe di superare con armi consone proprio questo annoso punto debole, il rialzo del rischio e dunque l’incentivarsi della debolezza di questo potenziale super-Paese sembrerebbero dipendere da chi invece dovrebbe garantirne la forza (la notizia del crollo della lira turca e dell’indice Bist100 è solo di poche ore fa, dipeso da una decisione azzardata, per non dire altro, del premier turco).

Eppure, non solo una crescita in consolidamento (fatto salvo il superamento dell’ostacolo appena citato, ma un super Paese, visti i risultati inattesi dell’anno scorso, potremmo scommettere ci riesca) renderebbe la Turchia un focus da attenzionare per il portafoglio, come dimostra anche l’interesse verso di esso da parte di altri Paesi. In primis l’Italia, che avrebbe ampliato lì le attività di filiere ben note nel mercato, tra cui spiccano Ferrero e Recordati.

E ora dopo Torcia Umana, chiamata così per la forza dimostrata nel mondo fragile, si fa avanti un altro dei Fantastici: vediamo comparire le sue tracce, proprio in quel mercato straordinario resosi invadente durante la pandemia.

Leggiamo su Forbes del 12 marzo scorso:

L’Amazon della Corea del Sud, il nuovo Alibaba. Il gigante dell’e-commerce, Coupang, è stato definito in diversi modi nel corso del tempo.

…Oltre ad essere stata identificata come la più grande ipo di quest’anno, l’offerta pubblica iniziale di Coupang si è qualificata come la più grande ipo negli Usa da parte di una società asiatica. Superato, quindi, il record di Alibaba del 2014.

…L’azienda ora vanta più di 100 centri logistici in 30 città e 15mila autisti a tempo pieno. Ciò consente a Coupang di garantire la consegna il giorno successivo per gli ordini effettuati prima di mezzanotte, o addirittura anche in giornata nel giro di qualche ora. 

Insomma, sembra il caso di pensare che questo Paese, la Corea del Sud, anche solo per un’Ipo passata subito alla storia, possa essere definito fantastico. E dunque, evocando il famoso fumetto, il Mister Fantastic de I Fantastici. Se si pensa alla competizione con i più famosi rivali Amazon e Alibaba, le sfide per Coupang sono impressionanti, ma già nella tempistica garantita l’azienda coreana non scherza. Proprio mettendo a tema il fattore tempo, quello che il consumatore non aspetta e ha dimostrato di non sapere aspettare, neppure durante il fermo di tutto il mondo. Anzi, forse proprio questo fermo ha per così dire esasperato il fenomeno dell’attesa, mettendo il consumatore nella dimensione del “tutto e subito” ancora di più di prima, per poter avere qualcosa nel generale lockdown del niente. Così che puntare sull’istantaneità della consegna debba essere vista come la vera scelta vincente sotto ogni profilo. Economico.

Ma non è solo l’e-commerce e l’Ipo straordinaria a mettere al centro dell’attenzione questo Paese, rendendolo super rispetto ad altri. C’è anche la trasformazione e l’innovazione, grazie allo sviluppo della protagonista della nuova storia: l’Intelligenza Artificiale.

Leggiamo da La Mia Finanza del 14/10/2020:

Kellify, la science-company italiana impegnata nell’ambito dello studio dell’intelligenza artificiale applicata all’interazione uomo-immagine, annuncia oggi l’apertura di una sede a Seoul in Corea del Sud, con l’obiettivo di espandere nell’intero mercato del sud est asiatico le proprie attività di business legate ai settori dell’eCommerce, beauty & personal-care, fashion, dating, food-delivery e automotive.

 

Continua…

“Come dimostrato da alcune delle più recenti ricerche internazionali, la Corea del Sud è di sicuro uno dei paesi più avanzati al mondo, e maggiormente aperti all’innovazione digitale nell’ambito del retail in diversi settori industriali. Inoltre, la sua posizione centrale nella regione Asia Pacific e la presenza nel paese di numerosi conglomerati dei mercati del beauty & personal care e di crescenti player del settore digital, dal dating al food delivery, rendono la Corea del Sud un’opportunità strategica di sviluppo per le nostre attività legate alla scalabilità sui mercati internazionali e all’acquisizione dei migliori talenti.

Come dire: non è un paese per vecchi.

Per quanto – e qui veniamo alla debolezza del Paese supereroe – tutta questa trasformazione verso la digitalizzazione e l’innovazione, un passo di alcuni Paesi e non di tutti, abbia anche la sua più grande sconfitta sotto il profilo delle conseguenze umane. Non si può infatti dimenticare come proprio Coupang sia diventata sede non solo di grandi successi ma anche di enormi rovesci dal lato della forza lavoro, venendo messa al centro di attenzione non solo dei media, ma anche dei sindacati, per casi di incidenti mortali sul lavoro causati da quella velocità nella preparazione e nella consegna degli ordini che pure ne determinano l’eccellenza.

Alla fine, chi potrebbe essere il terzo supereroe?

Forse è corretto scegliere quello dal nome più anonimo, La Cosa, perché ancora si fa fatica a pensare di poter investire su questo Paese, fors’anche per l’esplosione incontrollabile della pandemia da cui è stato ahimè vittima.

 

Leggiamo da Milano Finanza del 12/03/2021:

…In termini di disparità regionale, l’India crescerà del 9,0% nel 2021, il ritmo più veloce in Asia e significativamente al di sopra della contrazione del -8,0% riportata nel 2020…

E ancora da Milano Finanza del 9/03/2021:

L’India ricoprirà presto un ruolo da protagonista nell’economia mondiale, come sottolineato da Paolo Panerai, ceo di Class Editori, che con il suo intervento ha inaugurato l’evento online «India, cavalcare l’elefante – le opportunità per le imprese italiane nell’India post-Covid».

«Siamo qui per spiegare come cavalcare questo elefante». L’India è il secondo Paese per demografia e promette di sviluppare un mercato straordinario. Inoltre, può diventare l’alternativa più valida alla Cina», ha sottolineato Panerai. L’India è un Paese democratico, con molte etnie e religioni, e vive in maniera meno «ordinata» rispetto alla stessa Cina, soprattutto dopo che quest’ultima ha centralizzato gran parte dei propri poteri. «Questo spiega la forte differenza di sviluppo fino a questo momento, anche se l’India non è stata comunque da meno: basti pensare che i due presidenti delle grandi imprese tecnologiche, come Google e Microsoft, sono indiani», ha evidenziato Panerai.

E infine

L’India è da molto tempo considerato il Paese con il pedigree più adatto per sviluppare software, con una cultura tecnologica decisamente solida. «Mancano le infrastrutture, e questo per l’Italia è una grande occasione. Ci sono diverse opportunità da sfruttare, sotto molteplici punti di vista, e bisognerà saperle cogliere anche alla luce di un declino di settori storicamente importanti per il Paese, come il fossile e il petrolifero», ha concluso Panerai.

Ma i Fantastici non erano 4? Ebbene sì, ma il quarto stentavo a candidarlo tra i Paesi su cui puntare, per un’associazione quasi istantanea all’incancellabile storia dei suoi “fallimenti”. Ebbene sì, parliamo proprio dell’Argentina.

Su Gauchonews del 16 marzo si legge:

“Ci aspettiamo una crescita del prodotto interno lordo del 7 per cento nel 2021 e, con questo, recupero dei livelli occupazionali e rafforzamento delle finanze pubbliche”. Con queste parole, il ministro dell’Economia, Martín Guzmán ha supportato la ‘chiamata’ a investire in Argentina lanciata dal presidente Fernández a 18 fondi di investimento di diversi paesi.

Dalla residenza di Olivos, Alberto Fernández ha presentato opportunità di sviluppo offerte dal paese e possibili agende di lavoro comuni. L’invito è a “tornare a guardare all’Argentina” che “offre molte opportunità”, a cominciare da idrocarburi, Vaca Muerta in testa rappresentando la seconda riserva mondiale di shale gas. E poi il litio e l’agroindustria.

Insomma, a candidare come possibile Fantastico anche l’Argentina non sarebbe lo sviluppo tecnologico o la digitalizzazione e neppure l’e-commerce, bensì la fornitura di alimenti per il mondo intero.

E qui per la Donna Invisibile, questo il nome del Fantastico numero 4 del famoso gruppo del fumetto, non a caso vi sarebbe al tempo stesso il più grande dei punti deboli sinora evidenziati per gli altri Paesi che corrono la maratona dello straordinario.

Sempre nell’articolo citato si dice:

Ma, a tal fine, “a mancare sono gli investimenti”.

L’Argentina, come noto, è cronicamente in deficit di fiducia da parte di mercati e investitori ed è per questo che Guzmán assicura che l’esecutivo è al lavoro “per risolvere i problemi strutturali”. Fernández ha risaltato anche la propensione del paese al multilateralismo e al suo ruolo nel Mercosur rimarcando la necessità che “l’America Latina si apra al mondo e agli investitori” perché “abbiamo bisogno di investimenti esteri”.

La memoria storica di questo quarto supereroe ne farebbe la sua più grande debolezza, lasciandolo all’ultimo posto tra gli eletti della squadra, destinato ad attendere ancora che la storia lo riscatti dalla serie di sconfitte che oggi, sebbene si prepari a superare l’anno con uno dei dati di Pil più entusiasmanti, lo farebbe comunque rimanere a molte miglia di distanza dagli altri.

Alla prossima!

 

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