Consulenti, il nuovo cliente dai Millennial alla Z

I Millennial e la generazione Z sono la clientela del presente (e ancor più del futuro) per molti consulenti finanziari. Vale la pena, quindi, conoscerli di più per poter andare incontro alle loro esigenze. Un sondaggio condotto dalla fintech Oval, svolto su un campione di 1.800 clienti intercettati tra i 500mila utenti dell’applicazione, ha messo in luce che entrambe le generazioni sono pronte e disposte a investire, usano le app finanziarie e sono interessate ad analoghi settori di investimento. Le differenze, invece, riguardano i canali di informazione e la propensione al risparmio in vista della pensione. Vediamo qui di seguito, nel dettaglio, un’interessante confronto tra le due generazioni.

La generazione Z: uno su tre ha già incontrato un consulente finanziario

Oggi, gli occhi sono puntati sulla Generazione Z, quella dei nati tra il 1995 e il 2010, una generazione che non ha mai vissuto senza Google, è connessa, veloce, comunica da sempre (anche) sui social. Il rapporto con la finanza è figlio della semplificazione portata dal Fintech, dai pagamenti innovativi, dal mondo mobile e accessibile “con un click”. Questo è avvalorato anche da un’indagine di Morningstar, nella quale emerge che il 35% di loro si considera già un investitore e il 53% vorrebbe che le lezioni di finanza fossero obbligatorie a scuola. Tutti (100%) usano le app finanziarie, ma c’è ancora un po’ di diffidenza nei confronti della consulenza automatizzata (robo-advisor). Infatti, il 30% ha incontrato almeno una volta un consulente finanziario e solo il 18% affida agli algoritmi il proprio patrimonio. Per il resto, la potenza economica di questa generazione è in rapida ascesa. Secondo Bank of America, il reddito della Gen Z aumenterà di 5 volte da qui al 2030, raggiungendo i 33 trilioni di dollari e sfiorando il 27% del reddito globale. 

I Millennial: una generazione di formichine che desidera stabilità

Dal canto loro, i Millennial sono nel pieno delle forze e della maturità: nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90, sono in attività da più anni, puntano ad un equo bilanciamento tra lavoro e vita privata, tra ambizioni professionali e oneri familiari, pensano al futuro e hanno un giusto desiderio di stabilità che li porta a confrontarsi quotidianamente con i temi del risparmio e degli investimenti. La tesi è confermata da Bank of America, che sottolinea come questa generazione sia stata una delle più precoci a mettere in atto un percorso di accantonamento del proprio denaro, iniziando già intorno ai 24 anni e ritrovandosi oggi a poter contare (nel 20% dei casi) su un patrimonio di circa 100.000 dollari.

Millennial vs Generazione Z: l’interesse per gli investimenti è alto

Venendo adesso ai risultati ottenuti da Oval, la quale ha realizzato un sondaggio coinvolgendo la propria community per comprendere quanto e se sia distante la visione finanziaria tra generazioni adiacenti.

Primo risultato degno di nota è che la finanza è ormai parte integrante della quotidianità di entrambe le generazioni. L’interesse per gli investimenti è alto, come la propensione ad impostare obiettivi di risparmio a lungo termine. In particolare, in questo momento l’87,4% dei Millennial e l’80% della Generazione Z sono attivi sul fronte investimenti ed entrambe prediligono settori quali Tech e Innovazione, Green ed Energie rinnovabili, Criptovalute e Beni rifugio come oro e argento. Un dato ottimistico che rafforza e amplifica quanto rilevato da MorningStar.

Controllare quotidianamente la situazione finanziaria via app è normale sia per i Gen Z che per i fratelli maggiori Millennial. La stessa analogia si verifica sulla scelta dei prodotti finanziari. Le due generazioni prediligono investire in azioni singole, indici o fondi azionari. Similitudini affini si riscontrano nella selezione degli strumenti usati per investire. Le app sono la via preferita da tutti e il ruolo del consulente finanziario passa in secondo piano.

Infine, scelte comuni si riscontrano anche per quanto riguarda i sistemi di pagamento quotidiani. Il contante lascia il posto all’uso di carte di debito/credito e metodi innovativi via smartphone, quali Apple Pay e Google Pay.

I Millennial accumulano per la pensione e per la casa, Gen Z più interessati al risparmio a breve termine

Comprensibilmente, le differenze emergono quando si parla di futuro. Solo il 35,3% degli appartenenti alla Gen Z ha un piano finanziario per i prossimi 10 anni e il 34,9% sta già risparmiando per la pensione. La maggior parte non pensa ancora al futuro lontano, anche se – a onore del vero – il 34,9% non è poco e dimostra chiaramente il senso di incertezza che le nuove generazioni si trovano a respirare ogni giorno. Anche i Millennial non sembrano molto interessanti ad avere un piano finanziario a lunga scadenza (il 54,5% non ce l’ha), ma stanno già pensando alla pensione con un progetto di risparmio dedicato (62,5%). Qui contano molto le maggiori responsabilità della generazione più adulta rispetto a quella più giovane. I Millennial, infatti, risparmiano per un fondo di sicurezza per gli imprevisti, per la casa e la pensione, mentre i Gen Z sostituiscono quest’ultima con l’opportunità di spendere il denaro accantonato in una vacanza.

Accesso alle informazioni finanziarie: quotidiani online o YouTube?

Interessanti differenze, infine, per quanto concerne l’approccio alle informazioni di tipo finanziario, cosa che riflette l’evoluzione delle tecnologie, delle piattaforme connesse e – soprattutto – dei canali di comunicazione. Per quanto entrambe le generazioni siano digitali o digitalizzate, i Millennial preferiscono i quotidiani online e i blog, mentre lo strumento preferito dagli appartenenti alla Generazione Z è YouTube, che nella classifica dei fratelli maggiori è solo terzo. Tale dato mette in luce il percorso di evoluzione delle piattaforme social, non più usate solo come forma di intrattenimento, ma anche come strumento per l’educazione finanziaria.

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