Truffe, il profilo criminologico del consulente disonesto

Fatti di cronaca e i conseguenti provvedimenti disciplinari dell’Albo Unico dei Consulenti Finanziari mettono in luce che il settore non è esente da truffe. E il discorso non vale solo per il nostro Paese.

E’ di qualche giorno fa l’appello di Meredith Burns alla WSB-TV, tv locale di Atlanta in Georgia, ex moglie di Chris Burns, consulente finanziario scomparso sei mesi fa con i soldi dei clienti truffati. “Io non avevo idea con chi stavo vivendo”, ha dichiarato la moglie, con la quale Burns era sposato da 18 anni e aveva tre figli. Il consulente, attualmente ricercato dall’FBI con l’accusa di frode postale, è accusato di aver frodato i clienti per milioni di dollari attraverso uno schema Ponzi che prevedeva l’uso di finti prestiti “peer-to-peer”. 

Questo è solo uno di alcuni casi di truffe (un numero comunque estremamente inferiore, per fortuna, rispetto all’esercito dei consulenti onesti e preparati che quotidianamente aiutano il popolo dei risparmiatori) perpetrati da coloro ai quali tendiamo a dare completa fiducia per la gestione dei risparmi. Per fortuna sono rare eccezioni, e la maggior parte dei consulenti finanziari sono persone oneste e che svolgono il loro lavoro con trasparenza e professionalità.

Proviamo quindi a stilare un profilo criminologico del consulente disonesto, che altro non è che un truffatore, esperto in psicologia dell’inganno.

Truffare e ingannare è un comportamento che la società ha da sempre etichettato come negativo, e di conseguenza si è sempre pensato che la persona che utilizza l’inganno per ottenere ciò che vuole, ad un certo punto inizi anche a provare rimorso e senso di colpa che la spingono ad assumere un atteggiamento più etico. Ma secondo uno studio condotto dalla Università di Washington l’euforia che il truffatore prova nell’atto di mentire libera tanta adrenalina quanto gli sport estremi o qualsiasi altra attività potenzialmente additiva. Forse solo in un secondo momento, una volta che il cervello ritorna al suo funzionamento normale, la persona potrebbe riflettere sul proprio comportamento, magari anche pentendosi. Ma non è detto.

Fatta questa premessa, il truffatore è una persona piena di sé, arrogante, presuntuoso e sicuro di poter ottenere quello che vuole che agirà a danno di una persona consapevole e non di una persona che non poteva disporre del denaro o dei beni (ovvero si eviteranno persone giuridicamente incapaci o malate). Il consulente truffatore potrebbe quindi promettere rendimenti allettanti, molto più alti rispetto a quelli offerti dalla concorrenza, presentandosi come un vero esperto della materia, quasi “un mago” del settore. Il profilo tipico del truffatore è quello di un soggetto narcisista, che si sente superiore rispetto agli altri, affabile quando serve, ambizioso, spesso ha vere e proprie manie di protagonismo, manipolatori e sicuramente molto poco empatici.

A differenza del ladro che tende a rubare perché desidera ciò che non può permettersi o perché quello sembra essere l’unico modo per procacciarsi il proprio sostentamento, il truffatore è più un incantatore che gode nel raggirare gli altri, perché si sente più furbo e ogni colpo ben riuscito provoca in lui un effetto quasi equiparabile a quello indotto da una dose di stupefacente, come abbiamo già detto.

C’è da dire che questa descrizione riguarda principalmente i consulenti truffatori “seriali”, quindi che da sempre impostano la loro attività in modo fraudolento. Ci sono però dei casi in cui un consulente finanziario possa non riuscire a gestire situazioni critiche e cerchi in qualche modo di recuperare adottando degli stratagemmi ingannevoli e scorretti.

 

 

 

 

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