Il Btp a 50 anni: richieste per 130 miliardi

Il Btp a 50 anni rende il 2,18% e il mercato non si preoccupa delle scadenze lunghe.
Il nuovo titolo ha scandeza all’1 marzo 2072 – quando i nati nel Duemila saranno, presumibilmente, in pensione.

L’iniziativa sembra aver avuto un discreto successo. Le richieste complessive ammontano ad un valore di circa 130 miliardi. Le due scadenze, una nel 2072 e l’altra nel 2028, hanno ottenuto ordini rispettivamente per 64 e 66 miliardi. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,467, corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione del 2,18%. Il regolamento quindi delle operazioni è fissato per il 14 aprile e il collocamento è stato effettuato mediante sindacato.

«Con questa emissione il Mef continua la sua striscia di successi sul mercato primario istituzionale», commenta Luca Falco, Global Head of Capital Markets di UniCredit, che ha partecipato al collocamento. «Particolarmente degno di nota è il nuovo Btp cinquantennale, una scadenza – rileva Falco – piuttosto rara sulla quale quest’anno tra i maggiori paesi europei si sono cimentati solo Francia e Spagna».

L’iniziativa non è nuova. Già alcuni anni fa si era assistito al collocamento di un bond di questa durata. Si trattava di un Btp con scadenza al 1° marzo 2067 e cedola annua al 2,80%. Il titolo era stato apprezzato soprattutto dagli investitori istituzionali come fondi pensione o assicurazioni. Poche le sottoscrizioni da parte dei piccoli risparmiatori visto l’altissimo tasso di rischio.

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