Anche Federconsumatori si è mossa per denunciare e segnalare alle autorità competenti (Antistrust, Banca d’Italia e Consob) come diversi istituti bancari stiano adottando politiche, a detta dell’associazione “a dir poco discutibili”, per incentivare gli investimenti delle somme depositate sui conti correnti.
Un intervento che fa seguito alla “minaccia” di chiusura dei conti con depositi superiori a 100mila euro paventata da Fineco in assenza di un portafoglio titoli o di una forma di investimento, e alla decisione di Unicredit che di spalmare i maggiori costi su tutti i correntisti titolari di un conto My Genius il cui canone mensile aumenterà di circa il 70%.
“Una comunicazione – spiegano da Federconsumatori – avvenuta a fine marzo attraverso una modifica unilaterale del contratto in cui Unicredit afferma che il contesto di mercato in cui il sistema bancario si trova a operare è recentemente mutato, impattando in modo crescente sull’attività bancaria e in particolare sulle attività di deposito, gestione e remunerazione della liquidità di conto corrente”. Di pari passo, continua l’istituto milanese, “si è verificato un peggioramento delle condizioni economiche di gestione della liquidità di conto corrente”, “peggioramento – ha specificato Unicredit – acuito dal sensibile aumento dei volumi dei depositi registrato nell’ultimo anno”.
“La conferma evidente di come l’eccesso di liquidità sui conti stia diventando un oneroso problema per gli istituti di credito, ora costretti a pagare le conseguenze delle condotte assunte negli anni passati – fanno notare da Federconsumatori – e la tendenza a lasciare i propri risparmi sul conto è sicuramente determinata o comunque fortemente influenzata dagli avvenimenti degli ultimi anni (tra spinte verso investimenti in diamanti, operazioni baciate e chi più ne ha più ne metta). È evidente come tutto ciò abbia compromesso la fiducia verso gli istituti bancari e la loro attività di consulenza: le note vicende che hanno investito il settore bancario e finanziario hanno mostrato tutte le carenze, asimmetrie, nonché spesso vere scorrettezze nell’informativa ai clienti in tema di investimenti”.
“Per arginare il problema, al posto di tentare di riacquistare la fiducia dei clienti, ora le banche adottano decisioni arbitrarie e unilaterali, come la chiusura del conto o, in questo caso, un aumento per tutti i correntisti. Una politica a nostro avviso fortemente lesiva dei diritti dei cittadini, che conferma il nostro timore di una vera e propria ipotesi di cartello da parte degli istituti. Stavolta, infatti, è il turno di Unicredit, ma non vorremmo che siano anche altri istituti si stiano muovendo in tale direzione” concludono da Federconsumatori.