Osservando le recenti dinamiche che coinvolgono l’opinione pubblica nostrana, probabilmente argomento del momento, Coronavirus a parte, è l’annuncio della Super League.
Tra chi si oppone a questa novità, una delle riflessioni più in voga consiste nell’accusare i “big” del calcio di volersi accaparrare la stragrande maggioranza dei potenziali proventi del mondo calcistico, lasciando le briciole al resto dei club.
Concentrandoci su questa ultima opinione, è interessante osservare che la classica dinamica del “pesce grande mangia pesce piccolo” si applica in buona parte dei settori che aderiscono al libero mercato, come ad esempio, non c’è da stupirsi, quello dell’offerta dei servizi di consulenza finanziaria.
Se, a titolo di esempio, andiamo a vedere i dati espressi nel 2020 dalle realtà che comunicano i propri dati ad Assoreti, a emergere sono i seguenti numeri: le prime cinque realtà per consistenza del patrimonio (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali e Allianz) possiedono circa l’82% del patrimonio totale del mercato, hanno portato a casa circa l’84% della raccolta netta totale e hanno in organico circa il 75% dei consulenti finanziari operativi nel complesso.
Insomma, il modello “Super League”, dove sono i grandi a farla da padroni indiscussi e a dettare legge, per le reti non è una novità. Come direbbe Humphrey Bogart in chiave economica “E’ il mercato, bellezza”.