Se da una parte l’Italia si prepara alla rivoluzione sistemica grazie alle sei missioni stipulate nel recovery plan e il premier Mario Draghi apre alla possibilità di garantire ai giovani under 35 il 100% dei finanziamenti per acquistare la prima casa, contestualmente Banca d’Italia è pronta a imporre nuovi limiti su mutui e prestiti alle banche, in termini di Loan to value (LTV) e altri indici di rischio. Ma non è tutto.
Oltre a queste misure “borrower based”, soprannominate così perché basate sulle caratteristiche dei finanziamenti o dei soggetti che le ricevono, Banca d’Italia – secondo quanto rivelato odiernamente da MF – in una consultazione che durerà 60 giorni avrebbe anche deciso di introdurre un buffer di capitale sui rischi sistemici previsto dalle regole Ue. Giustificando la doppia decisione con una nota ben precisa. “Nonostante al momento in Italia non si rilevino rischi significativi che potrebbero essere fronteggiati con tali misure, si ritiene necessaria la loro introduzione nell’ordinamento nazionale per un pronto utilizzo delle stesse in caso di necessità”.
Entrando nel merito, le due misure permetteranno all’istituto di Via Nazionale di imporre alle banche limiti per l’erogazione di nuovi finanziamenti riguardo ad alcuni indici come il rapporto tra il valore del prestito e quello dell’attività in garanzia (che secondo quanto evidenziato da MF per l’Italia si attesta al 65%, mentre in media negli altri Paesi dell’Ue è intorno all’80%), o tra il valore del prestito e il reddito del debitore, tanto per evidenziarne alcuni. Ricordando, infine, che le misure previste da Banca d’Italia potranno o essere applicate a tutti i tipi di finanziamenti o sulla base di alcune caratteristiche, come la tipologia del cliente o del prestito, e potranno non riguardare alcune aree geografiche.