Azimut, investimento all’ombra della Mole

Azimut Libera Impresa SGR, piattaforma italiana del Gruppo Azimut dedicata agli investimenti in economia reale, per conto del Fondo Infrastrutture per la Crescita – ESG (IPC) prosegue nel suo piano di investimenti con la firma di un contratto preliminare di compravendita con un operatore privato, per l’acquisto di una porzione della ex-sede del quotidiano torinese La Stampa destinata ad accogliere una nuova infrastruttura in ambito educativo e formativo, quale la nuova facoltà di Medicina e Chirurgia, Scienze della Natura e Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Torino.

Con questa operazione il Fondo IPC continua la sua attività di investimento focalizzata nelle infrastrutture sociali capaci di generare una crescita positiva sull’economia rispettando standard di sostenibilità sociale, ambientale e di governance. Ad oggi il Fondo IPC, che ha avviato la sua operatività a gennaio 2021 con il primo closing, ha raccolto ad oggi sottoscrizioni per 260 milioni di euro e prosegue la fase di raccolta presso investitori istituzionali quali Fondi Pensione, Casse di Previdenza, Fondi Sanitari, Assicurazioni e Fondazioni con l’obiettivo di raggiungere circa 800 milioni di euro di raccolta complessivi e investimenti potenziali superiori a 1 miliardo di euro.

Oggetto di questo investimento da parte del Fondo IPC, il cui valore è superiore ai 38 milioni di euro, sono circa 15.750 mq lordi locati all’Università degli Studi di Torino di cui circa oltre 9.000 mq destinati al Centro didattico comprensivo dei servizi necessari come aule, aree studio, lunch rooms, aree comuni per una capienza totale di oltre 3.000 studenti e 6.500 mq circa destinati all’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino (ASTUT) con laboratori di grandi e piccole apparecchiature e un’ampia area espositiva. Si tratta di un’operazione di rigenerazione urbana con una nuova struttura che risponde ad alti livelli di efficienza ambientale con una importante valenza nell’ambito dell’istruzione e dell’educazione in quanto rafforza il radicamento dell’Università di Torino nel tessuto urbano complessivo della città, a beneficio della collettività circostante, e risolve, principalmente, le complessità dei corsi di laurea scientifici: Medicina e Chirurgia, Scienze della Natura, ma anche Scienze Motorie.

La consulenza scientifica specialistica della School of Management del Politecnico di Milano e di Human Foundation, che supportano il Comitato Tecnico del Fondo IPC nell’analisi degli obiettivi e dei risultati di impatto ai fini della loro approvazione, ha valutato la congruità dell’investimento rispetto al Piano ESG degli Investimenti del Fondo. Il progetto, infatti, mira a migliorare l’esperienza educativa riconoscendo che per una didattica di qualità occorrono spazi adeguati, nei quali la formazione non sia soltanto occasione per il trasferimento di conoscenze e competenze, ma anche una completa esperienza da vivere. Un principio in linea con il 4° obiettivo dedicato all’educazione presente tra i 17 individuati per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) che costituiscono le fondamenta dell’Agenda ONU 2030.

Le tempistiche dell’operazione sono state definite per soddisfare le esigenze dell’Università di Torino che sta già progressivamente occupando gli spazi e alcune porzioni dell’infrastruttura sono già state consegnate, attraverso stralci funzionali del progetto, e sono già a disposizione dell’ateneo. Il rogito notarile definitivo è previsto per la fine dell’estate 2021, a seguito della fine dei lavori e alla consegna finale dell’infrastruttura all’Università di Torino.

L’operazione è stata supportata da un finanziamento da parte di Banco BPM, che ha agito come mandated lead arranger, bookrunner e banca agente, e da Intesa Sanpaolo, in qualità di mandated lead arranger e bookrunner, volto a sostenere la prima tranche di investimenti previsti dal Fondo.

Andrea Cornetti, Amministratore Delegato Real Estate e Infrastrutture di Azimut Libera Impresa SGR, commenta: “Questo investimento rappresenta la concreta dimostrazione dell’obiettivo che vogliamo perseguire con il nostro fondo: operazioni con un forte impatto sociale che possano generare una adeguata redditività sia per gli investitori sia per il territorio favorendo quel rilancio economico di cui oggi si avverte sempre più urgenza e per il quale gli investimenti in infrastrutture, come quelle da noi ricercate, diventano centrali”.

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