Bitcoin, flash crash: anatomia di un crollo

Il mercato delle criptovalute sta prendendo fiato. Mercoledì sera ha registrato il sesto calo intraday più profondo della storia con ribassi di alcune “monete” anche superiori al 50%. Come racconta Il Sole 24 Ore, la volatilità, nonostante il ritorno alla domanda, rimane comunque molto alta, basti pensare che nelle ultime 24 ore è passato da un massimo di 43mila a un minimo di 34mila dollari, fino ad arrivare in tarda serata attorno ai 40mila dollari. Tecnicamente non si è salvi.

Il quotidiano però riporta un analisi a freddo di questo flash crash che fa emerfere un dato lampante. Il violento ribasso con il bitcoin sprofondato il 19 maggio fino a 30mila dollari è stato acquistato dalle “balene“; come vengono gergalmente chiamati nelle sale operative i grandi investitori. A tale ipotesi si arriva mettendo a confronto flussi e deflussi di Bitcoin da due piattaforme di compravendita: Coinbase (utilizzata solitamente da investitori istituzionali) e Binance (il più grande cripto exchange del mondo). Mercoledì, il primo registrava deflussi di Bitcoin, su Binance fioccavano i depositi. Ciò significa che i grandi investitori portavano via i propri Bitcoin dagli exchange da loro prediletti per depositarli nelle proprie cassaforti digitali, mentre i piccoli investitori compivano la strada inversa in preda alla paura del capitombolo, per venderli il prima possibile.

C’è anche un altro punto che fa intendere che il flash crash sia stato un “battibecco” tra grandi e piccoli. A un certo punto su Binance l’equivalente crypto del cambio euro/dollaro (usdt) è volato fino a 2,5 allontanandosi dagli 1,22. Si tratta di un chiaro segnale di panico dato che molti hanno deciso di svendere i prori usdt comprando euro a prezzi più cari. Comportamenti del genere indicano un appannaggio dei “pesci” nel piccolo mercato.

Ipotesi che dovrebbero scartare momentaneamente l’ipotesi di un mercato orso (che ciclicamente, si sa, colpisce il settore). Viene da pensare piuttosto che quella di mercoledì sia stata una specie di pulizia del mercato, con l’uscita di scena di neofiti verso un’ulteriore accumulazione da parte delle balene.

 

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