Bot People, la disfatta della superstar degli anni ’90

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di Antonio Potenza 24 Maggio 2021 | 12:07

Nella relazione annuale, il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, inserirà alcuni considerazioni relative al risparmio degli italiani, con i dati aggiornati al 2020. Non si attendono grandi cambiamenti, tuttavia, come riporta L’Economia de La Repubblica, sarà certificata la definitiva uscita di scena di ciò che un tempo venivano chiamati Bot People.

Nel 2019 la quota di titoli di Stato acquistata dalle famiglie sul totale della loro ricchezza era scesa a un misero 2,7% su un totale di 4 miliardi  e mezzo. Gli ultimi dati, al terzo trimestre del 2020, riportano una percentuale praticamente analoga: 3% su un totale di 4421 miliardi.

Eppure a metà degli anni ’90, l’amore degli italiani per Bot, Btp e Ccct era forte. Nel 1995, ad esempio, i titoli di Stato detenuti direttamente dalle famiglie ammontavano a 336 miliardi, praticamente il 18,2% della ricchezza totale. Per tutti gli anni 80 e per buona parte del decennio successivo, questa tipologia di titoli avevano assicurato un rendimento sicuro. Ma oggi alle nuove generazioni l’espressione Bot People è praticamente sconosciuta.

Nuovo millennio, nuovi tempi, nuovi risparmi. Infatti, ora è il momento d’oro del risparmio gestito. Nel 2019 era già al 38,3 % e i dati sono in continuo aumento. “Il risparmio gestito” dice Maurizio Primanni, ceo di Excellence consulting, “complice il buon andamento dei mercati finanziari, è cresciuto tra il 2010 e oggi a un tasso di incremento sostenuto, pari al 5,17%. Contro un aumento della ricchezza finanziaria di soltano 1,84% annuo e diminuzione di quello amministrato pari al 2,17%.”.

Alla fine della fiera il quadro è che è vero che i Bot People sono ridotti male, che probabilmente si estingueranno pian piano. Non è altrettanto vero affermare che le famiglie italiane non abbiano, o ne abbiano pochi, titoli di stato all’interno del proprio portafoglio. Dove sono? Nelle loro polizze vita o nei fondi d’investimetno che hanno comprato.

La Banca d’Italia lo sa bene e monitora costantemente l’allocazione delle risorse. Nella discesa inesorabile della fama dei titoli di stato, non è servito nemmeno creare i recenti Btp Futura per attrarre nuvoamente folle di risparmiatori retail.

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