Banca Mediolanum, Doris punta sull’all-in

Per Banca Mediolanum è il momento di rischiare.
Ne è convinto Massimo Doris, che praticamente cambia la visione della banca, fino ad ora votata a guardare la realtà attraverso opportunità e non attraverso i rischi. Parliamo quindi di una rivoluzione?

Come riporta l’intervista di Marco Ferrando per Il Sole 24 Ore, Doris non ha dubbi: “questo è il momento di buttarsi, adesso o mai più”. Tutto lanciato in avanti l’ad. La banca lo dovrà seguire in questa corsa verso il rischio. “Abbiamo una mole di risorse che non si è mai vista” ha sottolineato Doris, continuando: “persone che hanno voglia di tornare a vivere e a spendere, un premier che sa farsi ascoltare nel mondo, tassi destinati a rimanere basse per lungo tempo. Faccio fatica a vedere una situazione migliore”.

E non a torto Ferrando incalza, facendo notare come in realtà l’Italia sembri ancora piegata su sè stessa. Gli rivolta il coltello: proprio ieri Banca Mediolanum ha presentato una ricerca da cui emerge che tra le persone l’umore è cupo. Ma Doris è colto da uno sfavillante entusiasmo e risponde così: “A dire il vero oggi vediamo che gli ottimisti aumentano e i pessimisti diminuiscono, ma questi ultimi continuano a prevalere: così è difficile uscire dalla crisi”. Sottolineando come alla fine sia tutto un gioco di fiducia.

A proposito di fiducia, quella di Mediolanum con i propri clienti, sembra rinnovata ma lanciata ad un superamento dello stazionamento dei fondi nei conti correnti. Ecco che arriva il claim del rischio: “C’è da assumere un rischio calcolato” afferma l’ad, “Perché anche le scelte apparentemente più rischiose sul lungo periodo sono destinate a ripagare, e non poco”.  Un po’ come la questione Pir in Italia, sui quali Doris sembra essere attento a fare distinzione tra i tradizionali e gli alternativi. “Sono strumenti differenti” dice, cambiano i pro e i contro. Ammette che gli alternativi hanno ritorni più alti sul lungo periodo, ma la soluzione è “lavorare perché entrambi i canali godano dell’attenzione che meritano, senza ossessioni sui ritorni nel breve periodo”. E promette che Mediolanum ci ritornerà sull’argomento con un tour per promuoverli in Italia (sperando in presenza, dopo l’estate).

Uno slancio verso il rischio, ma ponderato. Alla tentazione del risparmio gestito e alla voglia di aggregazioni, Doris risponde mettendo sul tavolo l’amore “per la nostra indipendenza”. E per salvaguardarla è ovviamente necessario mantenere il controllo della banca. Il beneficio, punzecchia, andrà solo a chi incorporerebbe Mediolanum, di certo non a loro. Inoltre il gigantismo bancario sembra uno scenario che non alletta l’ad, che guarda ad esempi come Fineco e quindi ad un modello più concentrato sulla qualità e sull’identità che su “la contrazione dei muscoli”.

Insomma c’è da chiedersi quale sarà la visione futura di Mediolanum agli occhi del proprio numero uno. L’ad ha una risposta pronta e precisa anche qui e non si fa scrupoli d’ottimismo: “La vedo più grande, cresciuta in modo organico, da sola“.

Si rischia, ma con le proprie tasche.

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