Borse, attenzione ai mercati “oscuri”

Il guanto è stato lanciato, il duello è nel pieno del combattimenti: mercati regolamentati contro le borse “oscure”.
Il fenomeno dei mercati Otc (over-the-counter) e delle dark pool è sotto gli occhi di tutti. Come scrive Il Sole 24 Ore, le piattaforme innovative del genere, nel corso degli anni, “a detta di detrattori tutt’altro che trasparenti”, hanno eroso lo spazio occupato dalle Borse più tradizionali. A niente è valsa la normativa che dall’avvento del Mifid 2 si è fatta via via più esigente verso di loro, chiedendo maggior trasparenza.

Secondo un’indagine dell’Esma nel corso del 2019 quasi uno scambio su due sui titoli azionari europei è avvenuto al di fuori dei mercati regolamentati. Il 26% del totale è transitato attraverso Otc e il 21% via Si. La federazione che riunisce le Borse in Europa denuncia come la Mifid 2 abbia permesso una crescita di tali piattaforme. E invoca, soprattutto, nuovi interventi delle authority di controllo nei confronti del mercati non regolamentati.

Tuttavia, la tesi di fermare o frenare quanto meno la crescita delle Borse oscure non trova tutti d’accordo. Secondo la ricerca di Oxera, infatti, un volume significativo della transazioni Otc e Si ha natura tecnica e non fornisce un quadro veritiero sulle transazioni di tradingi di tipo economico. Una volta applicati i giusti filtri per distinguerne la tipologia operativa, lo studio arriva alla conclusione che “nel primo trimestre del 2021 la maggioranza degli scambi azionari in Europa (83%) si è svolta per lo più su piattaforme di trading, mentre una quota molto più ridotta (17%) ha avuto luogo fuori sede su mercati alternativi.

Insomma, se siano in aumento parrebbe oggettivamente non vero, tuttavia il fenomeno non è da sottovalutare e l’Esma sarà chiamata a dettare una linea di controllo e supervisione.

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