Banche italiane, Visco: colmato il gap con le europee

Gli ultimi dieci anni non sono stati facili per le banche italiane.
Gli istituti nazionali sono stati chiamati a pulizie di bilancio, tagli ingenti, rafforzamenti patrimoniali. L’effetto combinato di tutto è che oggi gli istituti più grandi affrontano il post pandemia in modo più solido. Senza invidia, verso i rivali europei.

Come scrive Il Sole 24 Ore, il governatore della Banca d’Italia, Visco, lo dice in modo chiaro: “per i maggiori gruppi classificati come significativi la distanza dalla media degli altri paesi per patrimonializzazione e qualità dei prestiti si è sostanzialmente annullata”.

Negli ultimi cinque anni il Cet 1 ratio delle principali banche domestiche è salito oltre il 3% in media al 15,5%, segnando praticamente il maggior balzo annuo dopo il 2017. D’altro canto, Banca d’Italia non nasconde le incertezze. Le emersione delle insolvenze generate dallo scoppio della pandemia è stata rallentata dall’aiuto dello Stato, ma dai primi bilancio si nota come questo piccolo particolare stia aumentando la propria gravità.

Altro tema caro al governatore è la reddività. Complici “i bassi tassi di interesse, i costi elevati e la più intensa concorrenza alimentata dall’aplicazione delle tecnologie digitali all’offerta di servizi finanziari”, il Roe è atterrato dal 5% all’1,9%. Chiaramente determinanti le rettifiche di valore sui crediti, elemento “che spiega circa i due terzi della riduzione”.

Infine, il governatore non esclude anche eventi più traumatici nel futuro, come eventuali crisi di singoli intermediari. Tuttavia Visco assicura la possibilità di creare uscite dal mercato “il più possibile ordinate, pur con le difficoltà connesse con le rigidità e l’incompletezza del quadro regolamentare europeo”.

 

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