“Il redditometro parte da un pregiudizio culturale, burocratico e politico, di tutti i partiti e sindacati, anche datoriali, e di tutta la relativa classe dirigente, in base al quale la vera causa del mancato gettito tributario sia l’evasione fiscale e non una tassazione inadeguata accompagnata da una burocrazia persecutoria verso il cittadino ma soprattutto verso gli Autonomi e Partite iva”, spiega il presidente Filograna.
Per rilanciare l’economia, il movimento Autonomi e Partite Iva propone l’azzeramento della tassazione delle partite iva fino a 100 mila euro e l’introduzione di un’imposta pari al 2% onnicomprensiva per i reddito da 101 a 350 mila euro annui. “In questo modo, con la riduzione dei costi malati della burocrazia italiana, si rilancerebbero i consumi e il Pil del Paese, contribuendo ad azzerare il lavoro nero e la disoccupazione”, osserva il presidente del movimento Autonomi e Partite Iva.
Per fare ciò “serve una riforma fiscale ma ancor prima una sanatoria equitativa, con la chiusura definitiva del contenzioso Stato cittadino. Il Governo vada in questa direzione e non avvii l’ennesima caccia alle streghe, con redditometri e calcoli presuntivi di reddito e patrimonio, pensando di recuperare denaro. Genererebbe solo malcontento, rabbia e scontri sociali”, conclude Filograna.