Enasarco, salvate iscritti e patrimonio

Svolta nella guerra su Fondazione Enasarco. Ieri il tribunale di Roma ha ribadito con un’ordinanza una sua precedente ordinanza del 22 aprile scorso ponendo di fatto la delibera del 23 dicembre scorso della commissione elettorale in uno stato di quiescenza, che comporta la sua inoperatività e, quindi, la improduttività dei suoi effetti.

Così Anasf (l’associazione dei consulenti finanziari) e Fiarc (agenti e rappresentanti di commercio) chiedono che i ministeri vigilanti degli Enti di previdenza (Economia Lavoro, ndr) e la Corte dei Conti “agiscano rapidamente per la salvaguardia di Enasarco e dei suoi iscritti”.

In una nota diffusa ieri in serata, infatti, le sigle affrontano la situazione della Cassa professionale, a seguito delle votazioni per il rinnovo dei vertici della fine del 2020, evidenziando che “l’ordinanza del Tribunale di Roma – Sezione XVI Civile emessa il 21 giugno 2021 ribadisce che l’ordinanza del 22 aprile 2021, per sua natura di provvedimento ‘self-executing’, non necessita di attuazione in quanto produce istantaneamente i suoi effetti“.

Va osservato che i ricorrenti (Anasf & C.) potrebbero ora legittimamente procedere all’esecuzione forzata della delibera dell’aprile scorso, attraverso ingiunzione diretta, ufficiale giudiziario o forza dell’ordine, con riserva di richiesta di danni patrimoniali e impugnativa di tutti gli atti successivi alla mancata e immediata applicazione dell’ordinanza stessa.

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