Gli italiani con portafoglio, fotografati dalla consueta indagine Anima Eumetra, come riporta l’inserto L’Economia, programmano le vacanze dopo un anno di clausura e sono un po’ più interessati agli investimenti sostenibili.
“Le risposte evidenziano una riduzione del pessimismo che si era manifestato tra la prima e la seconda ondata. Un trend che si va ricostruendo, a partire da chi ha la possibilità di risparmiare e investire” afferma Pierluigi Giverso, vice direttore commerciale di Anima e responsabile dell’Osservatorio.
L’indagine è stata svolta con un campione di 1.030 interviste a italiani “bancarizzati” con accesso al web. La metà di questi possiede solo un conto corrente, l’altra metà consta anche degli investimenti. Il totale rappresentato da questo campione raggiunge i 35 milioni e afferma che nonostante “abbiano più fiducia per investire”, non credono che il covid passerà tanto presto. Di questo ne è certo il 52%, in autunno lo pensava solo il 47%. Ripresa, quindi, ma lenta.
Il 74%, inoltre, crede che la situazione dell’Italia sia peggiore rispetto a un anno fa, mentre se la domanda riguarda la propria famiglia il pessimismo cala di 30 punti. Solo il 41% vede una situazione economica e sociale peggiore rispetto a un anno fa.
L’indagine mette in evidenza anche vari trend, relativi ai progetti per il futuro, quindi alle intenzioni nei prossimi mesi degli investitori. Primo tra tutti è mettere da parte soldi per le emergenze, obiettivo indicato da alemno il 52% dell’intero campione, si sale a 55% nel segmento di coloro i quali possiede anche investimenti.
Il secondo progetto è andare in vacanza, il 38 %, meno citati progetti relativi alla famiglia. Mentre le polizze sembrano un’opzione di crescita per il futuro per almeno il 36% del campione. Secondo posto per gli immobili, il 28%, al terzo i pac, i piani di accumulo rateli con un 23% – questa fotografia dimostra come la pianificazione sia il programma principale per le famiglie. Al quarto punto infine i titoli di stato, con un timido 16%.
Sul fronte sostenibilità la sensibilità sembra in crescita, anche se poi chi ha investito davvero sembra una minoranza tanto che la percentuale segnata è solo del 9% del campione. Percentuale che instilla il dubbio del claim verde, ma l’indagine sottolinea ancora come tra guadagno personale e perdita parziale del patrimonio in favore di un investimento più sostenibile il 34% risponde con un entrambi, il 29% rinuncerebbe a parte del proprio portafoglio o guadagno, il 14% vorrebbe prima avere cura del proprio guadagno e in subodine dell’ambiente, e poi il 10% non rinuncerebbe a nessun guadagno in nome della sostenibilità.
Insomma, investimento verde sì, ma non troppo.