Allianz Bank FA, un team di cf diversificato per una migliore advisory

Sono essenzialmente due i temi caldi che caratterizzano da anni, per non dire da sempre, il settore della consulenza finanziaria in Italia. Il primo, forse il più discusso, è quello del ricambio generazionale, legato a un’età media dei consulenti finanziari che supera abbondantemente il mezzo secolo; il secondo, maggiormente riferibile al mondo finanziario nel suo complesso, riguarda la presenza minoritaria di professioniste rispetto a professionisti.

Se favorire l’ingresso dei giovani nel mercato è essenziale per la sopravvivenza de facto dello stesso, promuovere la consulenza finanziaria senza barriere di genere, è fondamentale per offrire ai risparmiatori italiani una proposta professionale che faccia delle competenze l’unico elemento discriminante per la scelta dei servizi.

Il mercato della consulenza finanziaria italiano è consapevole di ciò e non è forse un caso se la percentuale di donne tra i giovani professionisti del settore risulta nettamente maggiore rispetto a quella complessiva del campione; ecco quindi che lo sviluppo di servizi di advisory sempre più competitivi e dal respiro internazionale, dovrà necessariamente passare da una visione strategica d’insieme relativa ai temi precedentemente citati.

A tal proposito BLUERATING ha deciso di contattare alcune tra le principali banche e reti operative in Italia con la finalità di comprendere meglio lo status quo delle donne che lavorano nella consulenza finanziaria.
Una prima parte di domande per la società e una seconda sequenza di quesiti dedicati direttamente alle professioniste. Ciò che emerge è la consapevolezza che nel Bel Paese il percorso di “normalizzazione” non è ancora terminato, ma appare altrettanto evidente la ferma volontà di proseguire con sempre maggiore impegno lungo questo importante cammino. Qui di seguito le domande per Allianz Bank FA, lato società. Risponde Mario Ruta, direttore commerciale.

1 – Come si caratterizza nella vostra realtà la presenza di professioniste della consulenza finanziaria?

In Allianz Bank, abbiamo donne di grandissimo valore, ne valorizziamo i talenti e puntiamo ad accrescerne il peso nella nostra rete: sui circa 2.300 consulenti finanziari, a oggi la percentuale delle donne è il 18%, quindi circa 400 professioniste, un dato in linea con l’industria del risparmio. Buona la presenza femminile nel segmento private, con 83 donne su un totale di 506, di cui 10 professioniste sono anche wealth advisor, la fascia più alta.  Sul territorio la nostra rete è supportata da 141 manager, 10 di essi sono donne, tra le quali abbiamo due executive manager, Laura Scaglia ed Elisa Collazuol, operative rispettivamente nelle aree commerciali strategiche di Nord Ovest e Veneto Sud Est e Friuli Venezia Giulia.

2 – Analizzando i dati Ocf, emerge che circa un quinto dei consulenti è donna, mentre la percentuale cresce nei nuovi ingressi. A vostro avviso come si svilupperà nei prossimi anni il mercato in tal senso?

Attualmente il settore del private banking gestisce quasi un terzo del risparmio delle famiglie italiane; parliamo di circa 1.000 miliardi di euro, di cui un terzo circa è riferibile ai portafogli di clientela femminile, ovvero il 10% della ricchezza finanziaria privata complessiva del Paese, secondo i dati AIPB. Riteniamo che questa percentuale sia destinata a crescere in futuro. In Allianz Bank, dal 2016 incentiviamo la costituzione di team di consulenti finanziari “diversificati” sia per età sia per genere, sulla scia dell’esperienza anglo-americana del finance advice, che ha dimostrato livelli più elevati di soddisfazione e fidelizzazione della clientela, in particolare quella ad alta patrimonializzazione.

3 – Quali possono essere le azioni atte a favorire l’ingresso di professioniste nel mondo dell’advisory?

L’ingresso di professioniste nelle reti è spesso limitato dalla assenza di processi strutturati a supporto delle consulenti più giovani, soprattutto se provenienti dal mondo bancario, mentre al tempo stesso si privilegia l’attrazione di professionisti già affermati. A nostro avviso, un programma dedicato di inserimento, affiancamento e formazione sono fondamentali, così come strumenti di sviluppo commerciale per il lavoro in team, l’incremento del portafoglio personale, delle competenze e la definizione chiara di un piano di opportunità di avanzamento. In Allianz Bank abbiamo individuato un programma di azioni mirate per indirizzare le sfide di gender diversity e inclusion nella rete. In particolare, una cultura e un ambiente lavorativo che usino un linguaggio più inclusivo. A questo proposito, dal 2018 è stata costituita la commissione femminile permanente “Pink”, presieduta dal nostro amministratore delegato Paola Pietrafesa: si tratta di un’esperienza unica nel nostro settore, che ha tra gli altri l’obiettivo di creare un percorso rivolto al benessere e allo sviluppo professionale delle consulenti, attraverso un percorso atto a sviluppare la loro presenza e crescita nella nostra rete.   

Qui le precedenti puntate del dossier:

Credem, il wellbanking al femminile
Credem, la storia di Anna

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