Osservatorio Private Banking: investimenti alternativi

Nei primi 5 mesi del 2008 la crisi si è fatta ancora più forte: il deflusso ha già superato i 53 miliardi di euro e il segno negativo non ha risparmiato neanche i fondi flessibili e quelli speculativi.

Nel periodo gennaio 2007- maggio 2008 (17 mesi) il deflusso ha quindi superato i 106 miliardi di euro.

La crisi del risparmio gestito ha colpito anche l’industria italiana del private banking facendo spostare le ricchezze verso asset class alternative e strumenti semplici come i pronto contro termine e i titoli di stato.

Preservare la ricchezza nel tempo è senza dubbio la principale esigenza della clientela private. Gli investimenti alternativi sono caratterizzati da una bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari e consentono quindi un’eccellente diversificazione del portafoglio.

  1. i fondi immobiliari hanno superato i 19 miliardi di euro;
  2. i fondi speculativi: il loro appeal prende sempre più quota toccando i 30,9 miliardi di euro con un aumento pari al 32% rispetto al 2006;
  3. i fondi di private equity hanno toccato i 12,6 miliardi di euro.

Per tutti e tre il 2005 resta comunque l’anno della maggiore affermazione sui mercati finanziari italiani. In quell’anno hanno registrato rispettivamente:

  1. i fondi immobiliari: +23%
  2. i fondi speculativi: +33%
  3. i fondi di private equity: +9%

Anche l’investimento in quadri, sculture, gioielli e diamanti ha riscosso un discreto successo tra la clientela perché è poco correlato con i mercati azionari ed ha una correlazione addirittura negativa con le obbligazioni e i titoli di stato.
Crescente interesse anche per il settore delle commodities ovvero materie prime come l’oro, il petrolio e i materiali ferrosi.

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