Fineco, un’occasione da non lasciarsi fuggire

Sono essenzialmente due i temi caldi che caratterizzano da anni, per non dire da sempre, il settore della consulenza finanziaria in Italia. Il primo, forse il più discusso, è quello del ricambio generazionale, legato a un’età media dei consulenti finanziari che supera abbondantemente il mezzo secolo; il secondo, maggiormente riferibile al mondo finanziario nel suo complesso, riguarda la presenza minoritaria di professioniste rispetto a professionisti.

Se favorire l’ingresso dei giovani nel mercato è essenziale per la sopravvivenza de facto dello stesso, promuovere la consulenza finanziaria senza barriere di genere, è fondamentale per offrire ai risparmiatori italiani una proposta professionale che faccia delle competenze l’unico elemento discriminante per la scelta dei servizi.

Il mercato della consulenza finanziaria italiano è consapevole di ciò e non è forse un caso se la percentuale di donne tra i giovani professionisti del settore risulta nettamente maggiore rispetto a quella complessiva del campione; ecco quindi che lo sviluppo di servizi di advisory sempre più competitivi e dal respiro internazionale, dovrà necessariamente passare da una visione strategica d’insieme relativa ai temi precedentemente citati.

A tal proposito BLUERATING ha deciso di contattare alcune tra le principali banche e reti operative in Italia con la finalità di comprendere meglio lo status quo delle donne che lavorano nella consulenza finanziaria.
Una prima parte di domande per la società e una seconda sequenza di quesiti dedicati direttamente alle professioniste. Ciò che emerge è la consapevolezza che nel Bel Paese il percorso di “normalizzazione” non è ancora terminato, ma appare altrettanto evidente la ferma volontà di proseguire con sempre maggiore impegno lungo questo importante cammino. Qui di seguito le domande per Fineco, lato società. Risponde Angelita Brambilla, Responsabile Sviluppo e Supporto Network PFA.

1 – Come si caratterizza nella vostra realtà la presenza di professioniste della consulenza finanziaria?

È evidente come, nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi anni, il mondo della consulenza sia rimasto in maggioranza maschile. Da questo punto di vista i numeri della nostra rete non fanno eccezione, adeguandosi alla media generale. L’aspetto su cui abbiamo cercato di intervenire maggiormente è il “soffitto di cristallo” che ha spesso impedito alle donne di vedere valorizzati i propri meriti: una senior private banker donna in Fineco non rappresenta più una rarità e credo che insistere su questo aspetto sia la strada corretta per ridurre un divario in questo momento eccessivo.

2 – Analizzando i dati Ocf, emerge che circa un quinto dei consulenti è donna, mentre la percentuale cresce nei nuovi ingressi. A vostro avviso come si svilupperà nei prossimi anni il mercato in tal senso?

Non voglio lanciarmi in previsioni, ma sottolineo che il cambio generazionale a cui la professione sta andando incontro è senza dubbio un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Dal nostro punto di vista ogni talento non valorizzato rappresenta una sconfitta, e anche grazie alla valorizzazione di tutte le diversità possiamo arricchire l’intera rete. Aprire alla possibilità di una componente femminile più rilevante, insomma, può rappresentare un elemento di forza.

3 – Quali possono essere le azioni atte a favorire l’ingresso di professioniste nel mondo dell’advisory?

Abbiamo una responsabilità per fare in modo che ciò avvenga, e le voglio citare un esempio concreto. Nel nostro progetto giovani, rivolto alle nuove leve della consulenza, non abbiamo optato per “quote rosa”, ma abbiamo aumentato per tutti le forme di sostegno economico che consentono di avvicinarsi gradualmente all’indipendenza nella professione. Secondo noi questa è la strada per dare a tutti pari opportunità, valorizzando ogni risorsa per migliorare la qualità al servizio dei clienti.

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Allianz Bank FA, un team di cf diversificato per una migliore advisory
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