Generali, i soci privati fanno vibrare il trono di Donnet

Scosse preoccupanti alla base del trono di Philippe Donnet, ad di Generali. Gli scossoni arrivano dai soci privati, a ridosso della notizia di ieri della scalata al 5% di Mediobanca entro settembre di Francesco Caltagirone, che vorrebbero chiedere al numero uno del Leone di Trieste di non presentare il piano industriale 2022-2024: un chiaro segnale di sfiducia.

Segnale per ora teorico, secondo le fonti de Il Sole 24 Ore, ma che potrebbe attuarsi presto. Anche se d’altro canto, Donnet sembra convinto di voler presentare il piano, anche solo come segnale di correttezza verso i soci componenti del cda.

L’ago della bilancia nelle sorti di Generali però in questo gioco di potere è Mediobanca. Che come scrive il quotidiano, “oggi non pare più potersi muovere in libertà”. In effetti, l’accoppiata Caltagirone-Del Vecchio potrebbe influire non poco sulle decisioni di Alberto Nagel, ad di Mediobanca, di sostenere in questa diatriba Donnet; nonostante i due abbiano dichiarato di avere visioni di poco convergenti. Opinioni importanti che potrebbero anche avere a che fare con il suo futuro alla guida dell’istituto, visto l’11% in mano al patto di sindacato che unisce i soci storici di Piazzetta Cuccia.

Lì, finora si è difeso il manager del Leone e la scelta di affidare la stesura della lista per il prossimo cda delle Generali al consiglio uscente. Caltagirone e Del Vecchio impugnano proprio questa decisione come lancia offensiva: fumo negli occhi, dicono i due. Chi ha investito miliardi nella compagnia dovrebbe poter dire la propria liberamente.

Battaglia di principi che cela trame di potere ai vertici di Generali.

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