Enasarco, la battaglia non finisce mai

Come previsto in seguito alle ordinanze emesse dal tribunale di Roma, che di fatto aveva sospeso l’efficacia della delibera assunta dalla Commissione Elettorale della Fondazione Enasarco del 28 dicembre 2020, sulla base della quale è stato eletto il Consiglio di amministrazione dell’Ente, lo scorso luglio la Fondazione Enasarco aveva comunicato la nuova composizione dello stesso (alla luce della validazione del voto del delegato di FarPresto! Romualdo Nesta). Nell’attesa di capire il profilo completo (e si spera definitivo) della nuova governance dell’Ente, pubblichiamo di seguito un documento inviatoci a firma Fare Presto! che evidenzia alcuni punti critici sussistenti a detta della stessa lista; leggendo tra le righe, non si può non evidenziare un duro “j’accuse” alle attuali cariche della Fondazione. Buona lettura

Le gravi difficoltà che sta vivendo l’Enasarco merita che tutti i suoi iscritti (case mandanti, agenti di commercio, consulenti finanziari, agenti in attività finanziaria) siano informati sulle ultime vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo l’attuale governance della Fondazione Enasarco.
Dopo aver eletto un Presidente a seguito della illegittima decisione della Commissione Elettorale del 28.12.2020 (vi ricordo che totalmente in conflitto perchè nominata dal Cda uscente di maggioranza 6 mebri e 3 alla minoranza), a seguito delle iniziative giudiziarie intraprese dalla coalizione Fare Presto (Confesercenti, Fiarc, Anasf e Federagenti) insieme ad Assopam e Artenasarco, lo scorso 22 aprile il Tribunale di Roma aveva accertato l’illegittimità dei motivi che avevano condotto la Commissione Elettorale della Fondazione ad escludere dal voto un delegato della lista Fare Presto Confesercenti così impedendogli la partecipazione alla scelta dei componenti il nuovo Consiglio di Amministrazione.
Ciò nonostante, i vertici dell’Ente (non prendendo nessuna decisione neanche la Commissione Elettorale) si sono radicalmente rifiutati di dare attuazione al provvedimento e, dunque, di considerare la validità del voto del delegato escluso. Anzi, per il tramite del proprio Presidente, la Fondazione ha messo in atto una strenua resistenza per ribaltare l’esito del giudizio, dando impulso, tra le altre cose, al reclamo avverso la suddetta ordinanza del Tribunale di Roma.
A nulla è valso l’intervento dei Ministeri Vigilanti che, dopo essere stati informati degli esiti della vicenda giudiziaria, non solo hanno rilevato l’illegittimità della costituzione dell’organo amministrativo, ma sono stati anche costretti a invitare il CdA – che nel frattempo, sempre su impulso del Presidente, si era riunito ed ha financo assunto decisioni fondamentali per la vita dell’Ente – affinché adottasse un comportamento ispirato alla necessaria prudenza, nonostante ciò è intervenuta anche la Procura della Corte dei Conti e con un blitz della Guardia di Finanza ha prelevato tutte le delibere illegittime.
Lo scorso 22 giugno il Tribunale di Roma ha respinto definitivamente il reclamo proposto dalle sigle resistenti Confindustria Confcommercio Confapi Confcoperative per le case Mandanti dove si è volutamente creare lo stallo e dalle sigle Cisl-Fisascat, Uiltucs, Cigl, Ugl e  Usarco lato Agenti, confermando integralmente la decisione assunta in data 22.04.2021 e ordinando in particolare di provvedere al “ripristino dello statutus quo ante” e, dunque, di procedere alla nuova proclamazione dei voti sulla base dei legittimi risultati elettorali attestati nel verbale dell’Assemblea dei delegati del 23 dicembre 2020, così la Commissione Elettorale è stata costretta ed ha proclamato il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione che, ad oggi, conta 12 componenti e che Marzolla non molla.
I Ministeri vigilanti in una nota ‘politica’rimbalza ufficialmente che la Commissione elettorale, assegni i 3 seggi residui nel rispetto del voto espresso dalle mandanti iscritte all’ente. Questo non potrà che comportare l’assegnazione di due seggi su tre – e quindi la maggioranza –  alla lista Fare Presto, risultata la più votata sia lato agenti che lato mandanti.
Per buona pace di chi ha governato l’ente per decenni, portandolo nella situazione attuale, ed ancora non si dà pace di dover mollare la poltrona, arrivando a ricostruzioni fantasiose per accreditarsi come “vincitore” delle elezioni. Adottando un metodo di calcolo per l’attribuzione dei seggi spettanti nel CdA della Fondazione Enasarco – a fronte di una evidente lacuna sia nello Statuto che nel Regolamento elettorale interno – nella fattispecie che due o più liste si trovino in condizioni di parità è possibile.
Infatti, se andiamo a ritroso e verifichiamo come la Commissione Elettorale ha attribuite alle 4 liste concorrenti l’attribuzione dei 20 delegati all’Assemblea per le Preponenti o Manadanti abbiamo il ricorso alla definizione del maggior resto.
Le preponenti che si sono espresse hanno determinato un totale di 17.543 voti ripartiti sulle liste concorrenti
Artènasarco ​​​3021 voti​​
Fare Presto-Confesercenti​5919 voti​​
Enasarco per il Futuro ​​4428 voti​​​
Enasarco per le PMI​​4175 voti​​
Si applica a questo punto in ottemperanza (art. 20 coma 2 e relativo Allegato B) del Regolamento Elettorale:
per un totale​di 17.543 voti che per eleggere i 20 delegati (grandi elettori) nell’Assemblea dei Delegati determinano un quoziente elettorale di 877,15 (ottenuto 17.543 diviso 20) per avere la designazione di ogni singolo eletto.
Da cui si ha il seguente risultato:
Artènasarco​​​​3​​​
Fare Presto-Confesercenti​​7​​
Enasarco per il Futuro​​​5
Enasarco per le PMI​​​5
Nel nostro caso, avendo anche strumentalmente e volutamente operato per il raggiungimento di un “macroscopico” caso di parità, abbiamo che 4 liste hanno ottenuto un risultato di parità nei resti a fronte di 3 posti disponibili lato case mandanti.
Ciò è stato possibile attraverso lo scambio/travaso di voto tra due liste (che erano state elettoralmente concorrenti) e che erano uscite ambedue con cinque grandi elettori eletti (Enasarco per il Futuro ed Enasarco per le PMI).
Il Regolamento prevede che per avere diritto “diritto” ad un membro del CdA occorre il sostegno-voto di 4 delegati e quindi se i delegati eletti dalle singole liste (che erano 4 nel caso delle case mandanti) fossero rimaste “fedeli” il risultato sarebbe stato:
Artènasarco​​​ 3 voti ​​nessun membro CdA ​​3 voti di resto
Fare Presto   ​​​7 voti​​1 membro CdA​​​3 voti di resto
Enasarco per il Futuro ​​5 voti ​​1 membro CdA​​​1 voto di resto
Enasarco per le PMI​​5 voti​​1 membro CdA​​​1 voto di resto
L’Assemblea avrebbe espresso chiaramente la designazione (lato mandante) dei cinque membri CdA che avrebbe attribuito i due seggi mancati alle due liste con il maggior resto, in questo caso con tre voti alle liste Artenasarco e Fare Presto.
Invece artatamente si è ricercato lo stallo, 4 liste a 3 voti, con due delegati eletti nella lista Enasarco per il Futuro che hanno “cambiato casacca” mascherando il tutto con la presentazione anche liste con denominazione diversa hanno determinando volutamente il seguente risultato:
Artènasarco ​​​3 voti ​​nessun membro CdA ​​3 voti di resto
Fare Presto   ​​​7 voti​​1 membro CdA​​​3 voti di resto
Uniti per Enasarco
(Enasarco per il Futuro) ​​3 voti ​​nessun membro CdA​​3 voto di resto
Progetto Enasarco
(Enasarco per le PMI)​​7 voti​​1 membro CdA​​​3 voto di resto
La nota Ministeriale del 28 luglio 2021 esplicita/invita l’Ente (Commissione Elettorale) ad attivarsi secondo “sistemi democratici che rispettino la proporzione delle forze in campo ……………………. l’opportunità di richiamare le proporzioni che la platea degli iscritti ha inteso esprimere nella costituzione dell’Assemblea dei delegati riproducendo, in tal modo, la volontà dei medesimi in seno al CdA medesimo”
È possibile un metodo per individuare le 3 liste a cui attribuire i 3 seggi mancanti tornando ai voti espressi direttamente dalle case mandanti applicando anche qui il Regolamento Elettorale della Fondazione in particolare il comma 2 dell’art. 20.
Per cui abbiamo:
Artènasarco​​​3021 voti​​3 delegati
Fare Presto   ​​​5919 voti​​7 delegati​​
Enasarco per il Futuro ​​4428 voti​​5 delegati ​​
Enasarco per le PMI​​4175 voti​​5 delegati​
Totale​​​​17.543 voti​​20 delegati​
Risultato che determina che ogni grande elettore porta in dote 877,5 voti (Totale votanti diviso 20) il quorum necessario per eleggere un membro del CdA è di 4 grandi elettori per un totale di 3.508,6 voti e quindi:
Artènasarco ​​3021 voti​3 voti ​​0 membri CdA​​3021 ​resto
Fare Presto ​​5919 voti​7 voti​​1 membri CdA​​2410,4​resto​​
Uniti per Enasarco
riconducibile a
Enasarco per il Futuro ​4428 voti​3 voti​​0 membri CdA​​442 8 ​resto
Progetto Enasarco
riconducibile a
Enasarco per le PMI​4175 voti​7 voti​​1 membri CdA​​666, 4​ resto
Facendo la tara sul giochetto del voto e omettendone il giudizio, le tre designazioni per i seggi vacanti in CdA andrebbero assegnati ad:
Uniti per Enasarco
(Enasarco per il Futuro)​​in virtù del resto di ​4428 ​voti
Artènasarco​​​in virtù del resto di ​3021 ​voti
Fare Presto-Confesercenti​in virtù del resto di ​2410,4 ​voti
La democrazia fa sì che, anche con l’ausilio della matematica, si torni a quel risultato e alla volontà espressa dagli elettori, che si sarebbe comunque determinato senza un uso forzato e strumentale dei Regolamenti
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Enasarco lato preponenti sarebbe quindi composto:
Artènasarco ​​​​​1 membro del CdA ​​
Fare Presto – Confesercenti   ​​​2 membri del CdA​​​
Enasarco per il Futuro ​​​​1 membro del CdA​​
Enasarco per le PMI​​​​1 membro del CdA

Il dato più preoccupante è che per questi giochetti di difesa ad oltranza di “poltrone” non legittime, la Fondazione è completamente assente nello svolgere il proprio ruolo a sostegno dei propri iscritti, paralizzata nelle sue funzioni ed impossibilitata a deliberare qualsiasi provvedimento. Tutte le delibere del CdA e le determine presidenziali approvate in questo periodo sono illegittime e compromettono decisamente la vita dell’Ente.

Infine a questo si aggiunge anche la sentenza definitiva del Tar del 15/07/2021, che ha ritenuto illegittima solo la nota del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 15 giugno 2020 con la quale Enasarco è stata invitata “a procedere allo svolgimento e alla conclusione, entro il 10 agosto 2020, delle elezioni già indette con delibera CdA del 25 giugno 2020”.
Il Tar ha invece respinto la domanda di annullamento degli atti ministeriali che hanno denegato l’autorizzazione nei confronti di Enasarco al compimento di atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, adottati in regime di prorogatio, ritenendo operanti anche nei suoi confronti le ordinarie limitazioni poste agli organi di amministrazione, testualmente disponendo che ne consegue che, dunque, conformemente a quanto disposto dall’art. 3, comma 2, del d.l. 16 maggio 1993 n. 293, gli organi della Fondazione Enasarco potevano adottare, in regime di prorogatio, “esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione…né nel ricorso introduttivo del giudizio né nei successivi motivi aggiunti vengono individuate dalla parte ricorrente valide ragioni giuridiche per ritenere che la Fondazione Enasarco fosse legittimata ad adottare, in regime di prorogatio, atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, in deroga a quanto espressamente previsto dall’art. 3, comma 2, del d.l. 16 maggio 1993 n. 293;
Ciò implica la piena responsabilità dei componenti del CDA che abbiano votato a favore di delibere eccedenti l’ordinaria amministrazione.
Ricordiamoci che stiamo attraversando una grave crisi sia sanitaria che economica e che molti colleghi hanno visto sfumare (sono circa 18.000) contratti e provvigioni mentre da parte delle Istituzioni sono arrivati pochi e insufficienti aiuti.

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