Reti e acquisizioni, l’appetito vien mangiando

Semestre da incorniciare per le società del risparmio gestito quotate a Piazza Affari con raccolta netta, masse gestite e utili in decisa crescita oltre i consensus. Uno scenario che favorisce le acquisizioni nel comparto.

Procediamo per ordine. I numeri delle semestrali hanno registrati per i big del settore incrementi anche doppia cifra: Banca Mediolum vanta profitti per 269 mln di euro contro i 434 dell’intero esercizio precedente, Banca Generali è a quota 190 mln sui 275 del 2020 e Fineco è arrivata a 181 mln su 325. Azimut è a quota 226 mln rispetto ai 382 del 2020. E a Piazza Affari i titoli del rispermio gestito hanno in media fatto meglio nel periodo considerato dell’indice di riferimento Ftse Mib.

Il risiko del risparmio gestito

La situazione, come detto, favorisce le operazioni di M&A. Mediobanca, che gestisce con la propria rete circa 6 mld di euro, prima puntava su Banca Generali, poi con Allinaz e Credit Agricole sulla rete di Deutsche Bank (conquitata alla fine però da Zurich). Su Banca Generali c’è poi stata un’ipotesi di fusione con Banca Mediolanum (ma Doris ha detto che la sua società non necessita di crescere per linee esterne). Ora la preda sembra essere Banca Profilo (entro marzo dovrebbe uscire dall’orbita del fondo Sator di Arpe). Inoltre c’è l’operazione Intesa-Ubi e qualcosa si finalizzarà in merito a Mps. E Unicredit, secondo rumors, potrebbe puntare a Mediobanca. Infine, ultimo ma non certo per importanza, Anima fa gola a tutti, essendo l’unica vera fabbrica-prodotto quotata a Piazza Affari.

 

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