Consulenti, gli strumenti giusti per difendere i vostri clienti dall’inflazione

Uno dei temi caldi dell’attualità in materia di consulenza finanziaria, ragionando sulle tematiche che coinvolgono l’asset allocation della clientela, riguarda sicuramente la questione della protezione del patrimonio dall’inflazione. A tal proposito vogliamo fornirvi una puntuale analisi a firma Fabrizio Taccuso, socio dello studio Andreaoli e Taccuso, ripresa dal blog Consulenza Vincente. Buona lettura.

Quali sono gli strumenti finanziari e gli asset che tutelano meglio il mio patrimonio dall’inflazione?

E’ la domanda più frequente arrivata dai nostri lettori dopo gli ultimi due articoli relativi all’inflazione e ai tassi reali.

Tenere il patrimonio parcheggiato in liquidità per un lungo periodo di tempo comporta una perdita importante in termini di potere di acquisto. Nel breve non hai l’immediata percezione, in quanto ti senti libero di poter investire in qualsiasi momento. Ma poi il tempo passa ed a distanza di qualche anno, quando ti metti a fare due conti con carta e penna, ti accorgi del danno che hai subito.

Questo, in sostanza, è il prezzo salato che solitamente paghi per non sopportare le oscillazioni dei mercati (volatilità), preferendo un’illusoria tranquillità e sicurezza. E’ un po’ come la vecchia storia dei soldi sotto il mattone, come ben rappresentato nel film “Totò, Peppino e la Malafemmina”.

Sopportare un certo grado di volatilità è un esercizio al quale dovresti abituarti, se vuoi eliminare il problema inflazione.

Volatilità significa essere disposto a tollerare perdite temporanee, casomai si presentassero, con la consapevolezza di ottenere un rendimento più alto nel medio e lungo periodo.

Il primo step da fare consiste nel conoscere il tuo fabbisogno di liquidità per far fronte alla vita di tutti i giorni, considerando anche le entrate certe di cui puoi disporre. Stabilito ciò hai ottenuto la giacenza media del tuo portafoglio nel lungo periodo, cioè la parte di patrimonio che puoi investire nel tempo per valorizzarla e proteggerla dalla svalutazione monetaria (inflazione).

Ecco dunque gli asset che ti possono tutelare dalla svalutazione, ottenendo magari anche un premio per il rischio intrapreso.

Strumenti finanziari che investono nel real estate

I periodi caratterizzati da alta inflazione, o meglio da tassi reali negativi, sono stati quelli più propizi per il mercato immobiliare. Forse ricorderai, ad esempio, il boom degli anni ’70, oppure il periodo  tra il 2000 e il 2007.

In periodi di tassi reali negativi, molti decidono di comprare una casa al solo scopo di investimento, pensando che la volatilità non esista. Si tratta di un discorso puramente psicologico, di finanza comportamentale, perché gli immobili non hanno una quotazione giornaliera che ti fa percepire il rischio a cui siamo sottoposti. Non essendoci un prezzo non possiamo percepire concretamente le oscillazioni di valore quotidiane. Tuttavia, per investire in immobili occorrono capitali spesso ingenti e non tutti possono permettersi investimenti in tal senso.

Case Shiller Index CPI

Case Shiller Index CPI

Nel grafico puoi intuire come il valore del mercato immobiliare (nel caso specifico quello americano) tenda non solo a difendere dall’inflazione, ma addirittura a dare una rivalutazione ulteriore. A patto di accettare anche periodi caratterizzati da ricadute fisiologiche, utili a limare gli eccessi che si creano in periodi di surriscaldamento.

Ad oggi, fortunatamente, esistono strumenti in grado di far partecipare al mercato immobiliare anche investitori con capitali modesti. Questo è possibile attraverso l’acquisto di società quotate o Etf real estate. Oggi sono quotati alcune decine di ETF che investono nel mercato immobiliare di tutto il mondo. In questo caso hai il vantaggio di avere un investimento:

  • maggiormente liquidabile (possibilità di negoziazione in qualsiasi momento);
  • meno oneroso (niente notaio, imposta di registro etc);
  • meglio correlato al mercato di riferimento;
  • allineato ai valori di mercato.

Ti consiglio di affidarti comunque ad un esperto. Nell’ambito di una diversificazione ideale il mercato immobiliare dovrebbe rappresentare una quota di circa il 30% del tuo patrimonio, compresa la tua abitazione.

Strumenti finanziari che investono in Oro

Prendendo a campione la svalutazione del dollaro, dalla sua nascita in avanti, l’oro ad oggi presenta un valore reale di circa 1580/1600 che, ovviamente, tenderà a salire anno dopo anno in funzione dell’inflazione. Questa curva ascendente rappresenta il punto di equilibrio essenziale allo scopo di vedere se l’oro é scambiato al di sopra o al di sotto del valore reale.

In passato, infatti, le quotazioni hanno manifestato scostamenti dal valore reale fino ad un massimo del 30%, sia in negativo che in positivo. Ad oggi ci troviamo di fronte ad una maggiorazione di circa il 15%. Questa situazione è la risultante di tassi reali decisamente negativi, abbinati ad aspettative inflattive più alte.

L’oro in ogni caso tende a ricongiungersi al valore reale, ragione per la quale deve essere considerato come un asset finanziario in grado di difenderti dall’inflazione, senza aspettarti grandi rivalutazioni in termini reali.

 

Rapporto Immobili - Oro

Rapporto Immobili – Oro

Il grafico mostra che dal 2001 ad oggi l’oro ha dato risultati migliori rispetto agli immobili. Nel 2001 eravamo in presenza di una delle maggiori sottovalutazioni espresse dall’oro, che ad oggi non è più tale. Quindi giusto considerare l’oro come un bene rifugio, evitando di fantasticare oltre dovuto. Anche nel caso dell’oro ti consiglio l’acquisto di strumenti quotati, gli ETC. Puoi trovarne in varie versione, a replica fisica, a replica sintetica, con il cambio aperto e con il cambio coperto.

All’interno di un portafoglio il peso dell’oro dovrebbe avere un peso medio del 5%, con punte massime del 10% in periodi di forte sottovalutazione.

Strumenti finanziari che investono in azioni

Azioni vs Immobiliare

Azioni vs Immobiliare

Il grafico mostra chiaramente come il mercato azionario, nel lungo periodo, sia decisamente più performante rispetto a quello immobiliare, a patto di sopportare una volatilità decisamene più accentuata.

Per esempio ad oggi, il rapporto tra azioni e immobili ci dice che siamo in un periodo di valutazioni non a sconto. Soprattutto in questo campo è preferibile farti affiancare da un professionista in grado di guidarti nella composizione di un portafoglio ben diversificato. E’ bene tener conto di fattori importanti, quali le correlazioni, al fine di ottenere il giusto rapporto tra volatilità e rendimento.

La percentuale ideale da destinare all’azionario si può aggirare tra il 25 e il 30%.

Strumenti che investono in bond inflation linked

Strumenti finanziari - Etf inflation linked

Strumenti finanziari – Etf inflation linked

In un periodo di tassi reali negativi, probabile scenario anche degli anni a venire, l’investimento in obbligazioni a tasso fisso non ti proteggerà dalla svalutazione monetaria. Esistono tuttavia dei bond, che oltre a garantire una cedola minima fissa, possiedono un’indicizzazione (in molti casi totale) al tasso di inflazione.

Nel grafico sopra possiamo osservare come l’ETF inflation linked abbia decisamente fatto meglio di un semplice etf a tasso fisso. Esistono inoltre anche fondi comuni specializzati nel comparto bond inflation linked. Generalmente tendono a performare bene in periodi di espansione economica, mentre durante le fasi recessive sono preferibili i bond a tasso fisso.

La componente ideale di portafoglio da destinare alle obbligazioni dovrebbe essere di circa il 30%, suddivise tra bond inflation linked (ora prevalenti) e bond a tasso fisso (marginali).

 

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