Mps, iniezione di miliardi in vista

L’aumento di capitale che Mps dovrà varare con lo Stato italiano ancora azionista al 64% potrebbe essere più vicino alla somma di un miliardo euro che a quella di tre miliardi. E’ quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore che fa poi notare come l’operazione dovrebbe prevedere il diritto di opzione per gli azionisti di minoranza, che dovranno sottoscrivere se non vogliono essere diluiti. E questo farebbe scendere l’onere pubblico sotto i 700 milioni, aggiunge il quotidiano.

Il marchio Monte dei Paschi non potrà sopravvivere in una autonoma entità legale per la contrarietà espressa dalla Bce nell’ambito delle interlocuzioni con Tesoro e UniCredit, fa poi notare Il Messaggero, citando un incontro in remoto di due giorni fa tra lo stesso Tesoro e UniCredit, dove sarebbe emersa la posizione della vigilanza su questo tema. Sarebbero quindi escluse ipotesi di creare una banca locale a Siena controllata da UniCredit per mantenere autonomo il marchio Mps.

L’articolo dice poi anche che l’esclusiva concessa dal Tesoro a UniCredit, che scade il 7 settembre, verrà certamente prorogata, perché la due diligence è più impegnativa del previsto.

Il quadro tecnico di UniCredit ed Mps

UniCredit si trova a ridosso delle medie mobilei a 21 e 50 sedute, coincidenti in zona 10 euro. Un livello che se dovesse essere violato innescherebbe probabilmente una correzione con obiettivi in area 9,60 prima e 9 euro in seguito, vista anche la formazione di un doppio massimo discendente tra giugno e agosto tra quota 11 e 10,75.

Mps ha invece già violato al ribasso le analoghe medie mobili (coincidenti a quota 1,15) e si appresta ora a proseguire nella correzione in atto dalla prima settimana di agosto. In quest’ottica i prossimi target sono individuabili a 1,10 prima e 1,050 poi Inversione rialzista credibile solo oltre quota 1,20.

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