300 mila euro dalla cliente, consulente in Versilia finisce nei guai

Un consulente finanziario della Lucchesia finisce nei guai. L’uomo avrebbe sottratto oltre 300mila euro dai conti di un’anziana cliente, che lo stesso gestiva come professionista in una filiale della Versilia di una nota banca.  La vicenda è riportata da un giornale locale.

Stando a quando si apprende dall’articolo, l’istituto di credito se ne accorge e denuncia tutto alle autorità giudiziarie e l’uomo negli anni scorsi, dopo aver raggiunto un accordo per la sua posizione penale e aver restituito la cifra alla donna, è stato licenziato dalla banca e radiato dall’albo dei promotori da parte della Consob, quando le funzioni di vigilanza non erano ancora passate nel 2018 all’Ocf.
L’uomo in sua difesa ha sempre affermato si aver agito in buona fede, affermando che la stessa cliente abbia lasciato per iscritto l’autorizzazzione a gestire i propri conti. Nonché a utilizzare il bancomat e a prelevare dal conto pensione e dal conto titoli e a trattenere e custodire sempre nell’interesse di costei le somme prelevate, nonché un mandato post mortem exequendum sulla devoluzione delle somme custodite per conto di lei; “in sostanza ammettendo che il suo comportamento poteva essere stato ingenuo o addirittura colposo, ma non doloso o in malafede, anche alla luce del rapporto amicale che intercorreva tra i due, stando ai resoconti processuali”.

L’anziana cliente tuttavia aveva più volte smentito tale ricostruzione dei fatti. Le verifiche processuali dei fatti hanno dato ragione alla donna, alla banca e alla Consob. Nei giorni scorsi infatti la corte d’appello ha confermato il licenziamento dell’uomo e il provvedimento della Consob, dopo che il procedimento era arrivato fino in Cassazione che aveva rinviato gli atti ai giudici di secondo grado.

Nel primo processo d’appello l’uomo era stato reintegrato e i giudici avevano annullato la radiazione della Consob dall’albo dei promotori ma gli ermellini hanno poi cassato tale sentenza chiedendo un nuovo processo di secondo grado che si è concluso con la conferma del licenziamento e della radiazione.

Risultano agli atti dei procedimenti giudiziari nelle varie sedi sia prelievi sia bonifici dai conti della signora a quelli dell’ex promotore finanziario. Ancora una volta l’uomo si è difeso impugnando il principio di amicizia e buona fede. Di diverso avviso i giudici di secondo grado che hanno confermato il licenziamento e la radiazione.

Si legge infatti nella sentenza d’appello pubblicata nei giorni scorsi: “La pluralità delle condotte illecite accertate, la reiterazione delle medesime, nonché la modalità con cui le stesse sono state poste in essere costituiscono circostanze particolarmente aggravanti e tali da compromettere l’affidabilità del consulente finanziario di cui trattasi nei confronti della clientela nonché dei potenziali investitori”.

La sanzione, infine, non risulta sproporzionata per i giudici anche in virtù del fatto che non è irreversibile, il consulente radiato può chiedere di essere nuovamente iscritto all’albo dopo soli cinque anni dalla notifica del provvedimento sanzionatorio.  L’uomo è stato condannato anche a 8mila euro di spese di giudizio, più 13mila euro di risarcimento alla Consob.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!