Carige, anni di crisi e futuro incerto

L’acquisizione sempre più vicina da parte di Unicredit di Mps porta a galla la necessità di riflettere sul cambio di panorama bancario in Italia. In quest’ottica, cercando di dare uno sguardo generale alla situazione, appare subito agli occhi il punto rosso di Banca Carige che, come riportato da Stefano Righi su L’Economia de Il Corriere della Sera, cerca un partner solido per superare una crisi lunga una decade.
Il punto di rottura è stato il 2013, con  il crac legato alla gestione Berneschi. Sempre più dirigenti si sono affannati alla ricerca di una soluzione per salvare l’istituto bancario, senza tutt’ora trovarla concretamente. Ricerca che ha contribuito tra l’altro ad un dispendio di energie notevole: nel 2014 gli autmenti di capitale hanno superato i 2,9 miliardi di euro. Nel frattempo la perdita del semestre 2021 è pari a 50 milioni di euro e il ritorno all’utile è atteso non prima del 2023. Insomma la strada continua ad essere rastrellata da difficoltà e la soluzione di rinascita sembra tardare.

Tuttavia, sottolinea Righi, allo stato attuale i conti di Carige sarebbero meno disastrosi di un tempo. Tuttavia non esiste un margine che possa far pensare ad un futuro ben definito o comunque roseo,  “a differenza delle altre protagoniste dei grandi crac bancari dell’ultimo decennio”.

Il Covid come ipotizzabile ha solo peggiorato la situazione portando a rallentare una già timida ripresa e per non parlare di un mercato regionale caratterizzato dalla grande industria, dove la media non riesce ad attecchire. In questo scenario arriva la necessità di trovare un partner strategico che ne possa sanare le difficoltà. Ma manca, sottolinea Righi, il potere da parte delle banche tradizionali di attirare acquirenti, la perdita di appeal potrebbe anche essere riscontrata nel mancato investimento digitale. Carige quindi per ora resta sola e il passo indietro di Ccb “è esemplare”.

Il fine atto più probabile è che Carige, banca storica e secolare, finisca la sua storia per un palese difetto di governance in un processo di assorbimento da parte di qualche grande gruppo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!