Banche, trasformazione delle DTA: ecco i possibili effetti nel risiko

Una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla disciplina di trasformazione delle DTA, ovvero le imposte differite attive, in crediti fiscali a seguito di operazione di aggregazioni.

In sintesi, il documento conferma come sia possibile applicare la conversione delle DTA in crediti fiscali anche in caso di due diverse operazioni annunciate distintamente (e non solo congiuntamente), purchè il beneficio complessivo risultante sia il medesimo di quello che si otterrebbe nel caso di un deal a tre.

Sulla base della norma attuale, le operazioni devono essere annunciate (accordo tra i CdA) entro il 31 dicembre 2021, tuttavia gli effetti di questa interpretazione potrebbero essere rilevanti qualora la norma sulle DTA venisse estesa anche al 2022.

“In scia a questa interpretazione – avvertono da Equitase UniCredit chiudesse l’acquiszione di Mps, potrebbe successivamente chiudere un deal con Banco Bpm, beneficiando della conversione di DTA complessive per circa 5 mld di euro“.

Vediamo quindi una lettura positiva per Banco Bpm – fanno popi notare da Equita – in quanto ne aumenta al margine l’appeal speculativo.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il chiarimento all’AdE sarebbe stato richiesto dal FITD, da marzo alla ricerca dell`acquirente della quota di controllo (pari all`80%) di Carige. La banca porterebbe in dote circa 400 mln di DTA immediatamente convertibili in caso di acquisizione e secondo il quotidiano, potrebbe essere oggetto di interesse da parte di Credit Agricole Italia, dopo l’acquisizione del Credito Valtellinese perfezionata quest’anno.

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