Consulenti, ecco le banche-reti più “cattive”

Il passaggio della vigilanza sull’operato dei consulenti finanziari da Consob a Ocf è stato un momento storico per il mondo dell’advisory italiano. Avvenuto nel dicembre del 2018, ha completato il processo di trasferimento dei poteri in materia di consulenti finanziari dalle due autorità; a partire da quella data Consob è diventata autorità di vigilanza di secondo livello, con la funzione di supervisore dell’Organismo. Dal primo dicembre Ocf ha quindi assunto la titolarità dei poteri deliberativi sulla tenuta e la gestione delle tre sezioni dell’Albo (consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, consulenti finanziari autonomi e società di consulenza finanziaria) e delle funzioni di vigilanza cautelare e sanzionatoria sulle tre categorie di consulenti.

Un trend dai due volti
Dall’analisi dei procedimenti sanzionatori conclusi nell’ultimo quinquennio (2016-2020), si evince, fatta eccezione per l’anno 2018 in cui si è verificato appunto il trasferimento delle funzioni di vigilanza dalla Consob all’Organismo, un trend costante di crescita relativo al numero dei provvedimenti adottati che incidono sullo status dei soggetti iscritti all’Albo, quali radiazioni e sospensioni sanzionatorie ex articolo 196 Tuf. Inoltre, unitamente all’entrata in vigore della nuova disciplina in materia, con il predetto passaggio di funzioni all’Organismo si è registrato un ampliamento del perimetro dell’attività di vigilanza sui consulenti finanziari che ha portato a un incremento dell’assunzione di sanzioni amministrative pecuniarie e richiami scritti. Se da un lato si nota questo trend di crescita riferibile alla totalità degli operatori del mercato, volgendo il nostro sguardo alle società che comunicano i propri dati ad Assoreti il discorso cambia; nei primi due anni di osservazioni sull’attività Ocf il numero di provvedimenti è passato dagli 82 del 2019 (e dicembre 2018), ai 67 del 2020. Nel 2021 la conta relativa al primo semestre è di 43 iniziative. Con rifermento alle tipologie di violazioni della normativa di settore contestate nel 2020 ai soggetti vigilati, le stesse hanno riguardato, per lo più, le seguenti condotte ascrivibili ai consulenti finanziari: la comunicazione o la trasmissione al cliente o all’intermediario di informazioni o documenti non rispondenti al vero; il perfezionamento di operazioni non autorizzate dal cliente, spesso correlato alla contraffazione della firma dell’investitore su modulistica contrattuale o altra documentazione relativa a operazioni dal medesimo poste in essere; l’inadempimento degli obblighi identificativi del cliente; l’acquisizione, anche temporanea, della disponibilità di somme o di valori di pertinenza della clientela; l’inosservanza degli obblighi di comunicazione di elementi informativi relativi all’iscrizione; il mancato rispetto delle procedure e dei codici interni di comportamento dell’intermediario; la ricezione o l’utilizzo da parte del consulente dei codici di accesso telematico ai rapporti di pertinenza dell’investitore; la ricezione di forme di compenso o di finanziamento da parte della clientela. Sempre nel 2020 l’Ufficio Sanzioni Amministrative ha determinato l’adozione di provvedimenti nei confronti di 100 soggetti iscritti. In particolare, sono stati conclusi 98 procedimenti sanzionatori a seguito dei quali sono stati adottati provvedimenti nei confronti di 96 consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, 3 consulenti finanziari autonomi e una società di consulenza. Relativamente ai procedimenti nei confronti dei consulenti finanziari autonomi va rilevato che due provvedimenti sono stati adottati a fronte di condotte poste in essere quando operavano in qualità di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede. Con riferimento ai provvedimenti adottati nel 2020, sono state deliberate 40 radiazioni dall’Albo, 28 sospensioni dall’Albo per periodi da un minimo di uno a un massimo di quattro mesi, 16 sanzioni pecuniarie di importo pari a 516 euro, 14 richiami scritti e 2 archiviazioni. In ultima analisi va sottolineato che il 40% dei provvedimenti sanzionatori deliberati nel corso del 2020 è stato rappresentato da radiazioni dall’Albo.

Le big sotto la lente
Tornando a restringere il campo della nostra analisi alle società facenti parte dell’universo Assoreti, in particolare a quelle che mensilmente comunicano i propri dati di raccolta e di organico all’associazione, abbiamo accennato in precedenza che il trend relativo alle iniziative di vigilanza sembra essere di natura opposta rispetto a quello macro. I principali protagonisti del mercato della consulenza finanziaria in Italia sembrano avere intrapreso un percorso “virtuoso” in merito all’operato dei propri professionisti, con il totale delle delibere che dal 2019 al 2020 è sceso in virtù della netta diminuzione dei provvedimenti più pesanti, cioè le radiazioni, passate dalle 41 del 2019 (dicembre 2018 incluso) alle 32 del 2020.

Un segnale in positivo che sembra essere in via di conferma anche per quel che riguarda l’anno attualmente in corso; se nei primi sei mesi del 2021 le delibere di vigilanza sono state comunque 43, cifra che potrebbe fare presagire un aumento del numero complessivo di provvedimenti rispetto al 2020, va detto che di queste le radiazioni sono appena 8, segnale evidente di un miglioramento della qualità dello scenario. Un altro dato interessante da osservare è l’incidenza delle delibere di ciascuna società sul totale di quelle riferibili al mondo Assoreti, confrontata al peso della rete sul mercato in termini di organico.

Paragonando questi due dati si può osservare che quasi sempre i big possiedono un peso nelle delibere inferiore alla propria quota di organico nel mercato, eccezion fatta per Fideuram (2018-2019-2020- 2021), Mediolanum (2018-2019- 2020-2021), Credem (2018- 2019), CheBanca! (2020-2021), Consultinvest (2020), Banca Widiba (2021) e IWBank (2018- 2019). In tal senso lo scarto maggiore appartiene a Banca Mediolanum relativamente al 2020, con la società che ha avuto circa il 46,5% delle delibere riferibili al mondo Assoreti (considerando le società che comunicano i dati) a fronte di un numero complessivo di consulenti pari a circa il 17,7% del totale dei professionisti segnalati da Assoreti (sempre considerando le società che comunicano i dati).

La classifica dei bad boys
Per completare la nostra analisi abbiamo deciso di procedere con un confronto finale pesato sulle irregolarità che coinvolgono i consulenti delle società che comunicano i loro dati ad Assoreti. Per fare questo abbiamo deciso di dare un punteggio di gravità specifico a ciascuna tipologia di delibera adottata da Ocf. Nel dettaglio abbiamo assegnato 3 punti per la pena massima (radiazione), 2 per quella intermedia (sospensione sanzionatoria) e un punto per quella più lieve (sanzione amministrativa pecuniaria). Alla luce di ciò, analizzando tutti i provvedimenti dall’inizio dell’attività dell’Organismo, il gruppo Fideuram ottiene il punteggio finale più alto, seguito da Mediolanum e Fineco. L’elemento però forse maggiormente adatto a un’analisi qualitativa della classifica, è ancora una volta la differenza tra l’incidenza della società in oggetto sul punteggio totale e il peso della rete sul mercato in termini di organico. Ragionando su quest’ultimo dato, sono quattro i gruppi che presentano un peso in delibere maggiore rispetto a quello dell’organico e si tratta di Fideuram, Mediolanum, Mediobanca e Ubi Banca (ora in Intesa). In riferimento a questo dato, da Fideuram fanno sapere: “Il nostro gruppo contribuisce in modo rilevante ai procedimenti, sfociati in provvedimenti, da parte dell’Organismo di Vigilanza che hanno riguardato i professionisti delle Reti Fideuram e Sanpaolo Invest. L’efficacia dei controlli interni del gruppo Fideuram costituisce, infatti, un elemento fondamentale e imprescindibile garantendo, attraverso un costante presidio, la corretta gestione della banca a tutela dei clienti e degli stakeholder”.

 

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