Mediobanca, quell’incontro tra Del Vecchio e Nagel

Il patto di consultazione tra Leonardo Del Vecchio e Francesco Caltagirone sull’11% delle Generali ha fatto subito capire che la partita sulla governance di Generali è aperta. La percentuale è di fatto la possibilità di avere voce piena sulla questione da parte dei due investitori.

Se il patto è un atto formale che in Mediobanca non ci si aspettava, una fonte de Il Sole 24 Ore afferma che l’ad Nagel abbia avuto un contatto con Del Vecchio a luglio.

Da quando Delfin è entrata a far parte del capitale di Mediobanca, operazione risalente al settembre 2019, i due hanno avuto contatto solo tramite comunicazioni ufficiali. Invece, due mesi fa è cambiato tutto. Sempre secondo la fonte del quotidiano economico, i due si sarebbero incontrati in un pranzo organizzato nel quale avrebbero avuto modo di parlare di persona.

All’incontro, presso la sede di Essilor Luxottica, erano presenti anche Francesco milleri, ad di Essilor, Romolo Bardin, a capo della finanziari lussemburghese di famiglia, Clemente Rebecchini, a capo delle partecipazioni dell’istituto e vicepresidente delle Generali. Il clima, dice la fonte, è stato “formale e asciutto”.

Uno, se non il principale, degli argomenti trattati in fase di incontro è stato quello della governance di Generali. Del Vecchio ha espresso in modo chiaro le sue perplessità sulla governance di Donnet. Nagel ha risposto a tono, sottolineando la bravura dell’ad nel raggiungere determinati obiettivi industriali nonostante il periodo pandemico.

A tavola non sono spuntati fuori gli argomenti e le motivazioni con le quali Del Vecchio abbia cambiato idea sull’appoggio a Donnet; tuttavia lo stesso Nagel si è dichiarato preposto a votare, a patto della maggioranza del consiglio, un candidato esterno ma che abbia competenze confrontabili con quelle dell’attuale numero uno del Leone.

Il mancato sostegno di Del Vecchio si ipotizza possa essere rinvenuto nel mancato ok da parte delle Generali della proposta di Mediobanca di acquistare la quota detenuta in Banca Generali, pari al 50,17%. La proposta arrivata al comitato investimenti fu bocciata e in quella occasione proprio Romolo Bardin a dire no: per Del Vecchio, Nagel e Donnet avrebberro generato, a suo avviso, un conflitto di interessi. I due, sempre secondo il numero uno di Essilor, operare attraverso una gara aperta a tutti i potenziali compratori di Banca Gnerali.

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