Criptovalute, Morgan Stanley forma un team di ricerca

Secondo Bloomberg, che cita una fonte interna della banca, Morgan Stanley avrebbe deciso di accelerare sul tema criptovalute.

Nel dettaglio, secondo il media finanziario e come riportato da Cryptonomist.ch, la terza banca d’affari statunitense avrebbe formato un team di ricercatori per studiare i possibili utilizzi e l’impatto che le criptovalute potrebbero avere su determinati strumenti finanziari.

Il gruppo sarebbe guidato da Sheena Shah, uno dei principali analisti finanziari della Banca sulle criptovalute. Il team che dovrebbe essere basato a Londra, dovrà nello specifico studiare la correlazione fra le principali criptovalute e le azioni quotate e i titoli a reddito fisso.

“Il lancio di una ricerca dedicata alle criptovalute è in riconoscimento del crescente significato delle criptovalute e di altre risorse digitali nei mercati globali”, hanno detto in una nota riportata da Bloomberg, David Adelman, managing director dell’equity, Juliet Estridge, capo del team di ricerca sull’equity europeo e Vishy Tirupattur direttore del reparto reddito fisso di Morgan Stanley.

Morgan Stanley la prima Banca ad offrire strumenti in crypto

Questa notizia certo non arriva a sorpresa, considerando che da tempo Morgan Stanley ha mostrato grande interesse verso il mondo delle criptovalute e della blockchain. Ad aprile l’azienda finanziaria ha lanciato per gli investitori con alti patrimoni (almeno 2 milioni di dollari di patrimonio gestito) tre fondi in criptovalute, limitando però la percentuale di investimento in simili strumenti al 2,5% del totale del patrimonio.

ll’inizio di marzo la Banca aveva inserito in suo fondo di investimento un paniere di titoli, come Microstrategy e Square, che hanno una grande esposizione in criptovalute. A giugno poi Morgan Stanley aveva comunicato di aver acquistato 28.289 azioni, per un valore di circa $ 1,5 milioni, di Grayscale Bitcoin Trust, che è il fondo pubblico con la maggiore quota di Bitcoin in suo possesso al mondo.

Il rapporto perverso fra finanza tradizionale e criptovalute

Se da parte di Morgan Stanley, ma anche di altre banche come Goldman Sachs o Jp Morgan, che di recente ha previsto che Bitcoin possa raggiungere i 140mila dollari entro il 2022, guardando con grande interesse al mondo cripto, non si può dire la stessa cosa per altre istituzioni finanziarie americane.

E’ nota da tempo l’idiosincrasia del più grande finanziere del mondo Warren Buffet, che ha sempre considerato Bitcoin come una sorta di truffa senza valore e senza nessuna prospettiva futura. Ma anche la Fed e il segretario del tesoro americano Janet Allen, ex presidente della fed, sono da sempre molto scettici verso il mondo delle criptovalute.

Per non parlare poi della Sec, che da tempo sembra voler scandagliare a fondo tutte le aziende finanziarie di cripto, con un particolare focus su quelle di finanza decentralizzata.

Dall’inizio sono state aperte indagini per violazione dei regolamenti in materia finanziaria su decine di aziende, fra cui anche il colosso Ripple, che da mesi combatte in tribunale, per un accusa di aver venduto asset finanziari senza autorizzazioni.

Secondo alcuni dietro a tutto ciò si nasconderebbe la paura delle banche tradizionali di perdere clienti e fette di business per colpa propria della finanza decentralizzata delle criptovalute.

Non è un caso che giorni fa il presidente della Banca dei regolamenti internazionali, che è di proprietà delle banche centrali mondiali, abbia avvertito del rischio che le criptovalute potrebbero avere sul business della finanza tradizionale.

In un discorso alla comunità finanziaria ha invitato ad accelerare sui processi delle valute digitali di Stato, che potrebbero appunto essere la migliore risposta a questa “minaccia”.

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