Banche, crediti deteriorati: arriva il diktat

Le cessioni a terzi di Npl da parte delle banche saranno probabilmente meno semplici e soprattutto rischieranno di concludersi a prezzi inferiori rispetto a quelli spuntati nel recente passato, a scriverlo è Il Sole 24 Ore.

La riforma del diritto della crisi d’impresa e del risanamento aziendale prevista dal Decreto Legge 118/2021 è stata approvato lo scorso agosto e che dovrà esser convertito entro fine mese. Secondo la nuova normativa, il processo di mediazione può essere attivato da qualunque debitore ed è finalizzato a trovare un accordo con i creditori per rimediare a una situazione di squilibrio economico-finanziario o patrimoniale, oppure di insolvenza reversibile.

Si deve però concludere di norma entro 180 giorni (salvo proroga fino a 360 giorni con l’accordo di tutte le parti). In caso di mancato accordo il debitore può presentare domanda di concordato liquidatorio “coattivo” semplificato. Le cifre in gioco sono significative. Secondo il MarketWatch Npl di Banca Ifis, in Italia a fine 2021 il valore complessivo di crediti deteriorati (sarà pari a 345 mld, circa 80 mld dei quali relativi alle inadempienze probabili.

Queste ultime, il cui ammontare è destinato a crescere di nuovo dopo Covid-19, sarebbero le prime a entrare nell’orbita della nuova normativa.

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