Consulenza e portafogli, vent’anni racchiusi in quattro considerazioni

L’11 settembre si è ricordato l’evento disruptive delle Twin Towers. Occasione anche per qualche considerazione in tema di investimenti e rendimenti del risparmio. Ancor meglio segnare una demarcazione con il 2011: due decenni quindi, con esiti molto disalinneati fra loro per ciascuna asset class. Il più difforme è l’andamento dell’oro: quasi sestuplicato nel primo e pressochè stabile nel secondo. Se esaminiamo i dati sull’intero ventennio, dato statistico interessante, ma meno indicativo di esiti effettivi dei portafogli, i Paesi Emergenti sono in testa con quasi il 700%, oro e S&P500 seguono con il 570% e 510% (un’anomalia storica in quanto a correlazione). Hong Kong segue con il 400%, Dax resta al 250% e FTSE Mib chiude con solo il 70%. Una fotografia del nuovo mondo. Per i bond, i Btp superano il Dax (250%), mentre il Bund espone un rendimento del 160%. Qualche valutazione per analisi più articolate.

a) Chi ha seguito gli indici ha ottenuto risultati soddisfacenti nella loro diversità.
b) Ricordiamo che gli indici espongono una radicale modifica della loro composizione e rappresentano una significativa modifica dei portafogli al loro interno.
c) Come sempre, i rendimenti azionari sono migliori che quelli obbligazionari con l’unica eccezione dei Btp che superano il Dax.
d) L’oro ha beneficiato con le azioni su ritmi contenuti o negativi, ma ha confermato la sua natura di riserva, con la inusuale sincronia complessiva con l’S&P500, ma con i due decenni a specchio. Resta irrisolto il dubbio fra gestioni attive e la scelta degli indici, in una rara epoca di 20 anni di crescita.

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