Bankinsurance, ecco chi ci guadagna

Reti e assicurazioni, banche e prodotti assicurativi agli sportelli. Correlazioni e incroci che nascono negli anni Novanta, ma che trovano ai giorni nostri un certo successo. Ne esistono di  varie forme, come scrive Affari e Finanza: semplici accordi di distribuzione, joint venture tra banche e compagnie, talvolta – più raramente – partecipazioni di compagnie in banche. Ma chi guadagna di più da queste intese?  Ad aprire uno squarcio su questo “mondo ibrido” è adesso una ricerca dell’Ivass, l’istituto di vigilanza sulle compagnie. “Secondo l’Ivass, gli sportelli ormai raccolgono 49 miliardi di premi, il 35% del totale, poco meno del classico canale degli agenti, che raccoglie il 37%. Nel ramo Vita, però, le banche eccellono: le polizze vendute nei loro sportelli sono il 43,9% del totale, quelle degli agenti il 23,8%. Nei danni, invece le banche non hanno ancora sfondato e raccolgono solo il 6,9% dei premi: anche qui, però, da un po’ di tempo si marcia a passo spedito perché erano l’1,6% nel 2015”.

Dalla ricerca emerge che sono gli istituti di credito a ottenere i maggiori vantaggi: intanto una commissione d’intermediazione; poi un modo di fidelizzare la clientela con nuovi prodotti e di diversificare i rischi. “Su 96 compagnie vigilate a fine 2020 – si legge nella ricerca – le banche avevano partecipazioni in 37 (quindi in più di un terzo del totale, ndr). Di queste, 12 erano partecipate in misura rilevante (30-50%) e 10 in misura maggioritaria (più del 50%)”. In quest’ultimo caso  si tratta di compagnie captive, come intesa Vita per Intesa Sanpaolo o Poste Vita per Poste italiane.

Vendere prodotti assicurativi allo sportello significa tuttavia anche effettuare importanti investimenti.  I risultati sembrano dar ragione alle banche, ovviamente le più grandi, che credono nel modello di una partecipazione azionaria nelle compagnie.

Secondo la ricerca Ivass, al crescere dei premi venduti nel canale di bankinsurance, l’expense ratio (il rapporto tra costi di gestione e premi) cala nel vita ma cresce nel danni. Questo è il principale vantaggio per le compagnie.  COsì guardando l’attuale assetto del mercato, è facile vedere come il ruolo principale sia degli istituti, mentre le compagnie fanno da co-protagoniste.

Ma i consumatori alla fine ci guadagnano dalla bankinsurance? Sulla carta, secondo l’inserto, anche i consumatori potrebbero essere potenziali beneficiati. Tuttavia tale pratica va in contro a rischi particolari, che potrebbero mettere in difficoltà il consumatore. Per questo Pnell’ultima delibera della Consob, la n.21755 del 10.3.2021, l’art.78 impone che il «il personale degli intermediari, ivi compresi gli agenti collegati, possiedano idonee conoscenze e competenze quando prestano la consulenza ai clienti in materia di investimenti o quando forniscono ai clienti informazioni riguardanti gli strumenti finanziari, servizi di investimento o servizi accessori». La zona della bankinsurrance è ancora grigia, la legislazione dovrebbe prenderla con iù attenzione per delimitarne limiti e azioni al fine di tutelare il consumatore.

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