Banche Usa, criptovalute: nuove regole all’orizzonte

Un team di regolatori statunitensi starebbe cercando di creare una roadmap per consentire alle banche negli USA di impegnarsi con gli asset criptovalute. Lo rivela Reuters grazie ad un’intervista con la presidente della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), Jelena McWilliams, come riportato da Cryptonomist.ch.

La FDIC è un’agenzia indipendente che gestisce fondi del bilancio federale USA e, oltre a fornire assicurazioni sui depositi delle banche, vigila anche sulla solvibilità delle banche statali che non sono sottoposte all’autorità della Fed.

I suoi funzionari, stando a quanto dichiarato da McWilliams, starebbero cercando di fornire un percorso chiaro per le banche che desiderano detenere criptovalute anche per conto dei loro clienti.

Si ipotizza che questo percorso possa includere regole più chiare sulla detenzione di criptovalute in custodia, ad esempio per facilitare il trading dei clienti, o per utilizzarle come garanzia per i prestiti. Non viene nemmeno scartata l’ipotesi che possano averle in bilancio come altri asset.

Secondo McWilliams bisognerebbe consentire alle banche di operare direttamente nel settore crypto, gestendo e mitigando adeguatamente i rischi.

Banche Usa e custodia criptovalote: i nodi da sciogliere

L’attuale quadro normativo rende quasi impossibile per le banche USA operare direttamente sui mercati crypto, in particolare per quanto riguarda i servizi crypto che potrebbero offrire ai propri clienti.

Uno dei maggiori problemi è come normare la custodia dei token per conto dei loro clienti, e come mitigarne i rischi garantendo alti livelli di sicurezza ai correntisti.

Alcune banche hanno già iniziato a fare esperimenti in tal senso, ma operando all’interno di un quadro normativo per nulla chiaro, e quindi rischioso.

Un eventuale nuovo quadro normativo creato ad hoc, renderebbe possibile alle banche operare con questi nuovi prodotti finanziari in sicurezza. Questo potrebbe far letteralmente esplodere i servizi crypto offerti ai correntisti.

Una volta elaborato un quadro simile, gli asset crypto potrebbero anche non essere solamente custoditi dalle banche per conto dei propri clienti, ma utilizzati come base per ulteriori servizi, in primis come garanzie per prestiti.

Guardare alla DeFi

McWilliams però ammette che è ancora difficile capire come si può consentire l’utilizzo di asset così volatili come garanzia o per includerli nei bilanci bancari, ma perlomeno, per quanto riguarda il primo caso, molti protocolli DeFi possono essere presi come esempio. Più complicato invece sarà trovare un modo per inserirle in bilancio.  Di sicuro questa iniziativa non è peregrina, ed è probabile che sia la conseguenza di un qualche tipo di richiesta giunta al regolatore proprio dallo stesso settore bancario che potrebbe vedere di buon occhio la possibilità di offrire alla propria clientela nuovi redditizi servizi.

 

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