Il risiko bancario sta perdendo giocatori. Dai mesi spumeggianti di inizio anno, ad una – almeno apparente – fascia di bonaccia nella quale all’orizzonte non si scorge nessun risvolto. Anzi, c’è chi si tira fuori dal tavolo di gioco. E osservatori si chiedono quanto il matrimonio sfumato tra Unicredit ed Mps abbia influito in questa dinamica, un po’ come se si fosse allontanata la paura e la pressione di un secondo polo bancario.
In questo placido scenario, l’evento più recente che fa tendere verso una visione del genere è il tentativo di Cassa Centrale Banca (Ccb) con l’istituto genovese, poi tramontato. Le capogruppo delle Bcc restano quindi concentrate sul lavoro di costruzione e crescita interna. “Lo escluderei decisamente perchè siamo impegnati in un grande lavoro di costruzione, non è questo il momento”, ha sentenziato a Radiocor il presidente di Iccrea Giuseppe Maino, continuando: “Poi aggregazioni al di fuori del credito cooperativo sarebbero motivo di allontanamento da quello che e’ il nostro sistema e credo proprio che sia da escludere”. Sulla stessa linea Carlo Antiga, vice presidente vicario di Cassa Centrale sottolinea: “Abbiamo chiuso l’esperienza con Carige” e quanto all’ipotesi di guardare ad altri asset sul mercato taglia corto: “No no. In questo momento no, stiamo valutando invece giustamente il nostro core business che e’ le banche cooperative al centro”.