Consulenti, botta e risposta su fee only e conflitti di interesse

Pubblichiamo di seguito la replica di un nostro lettore all’articolo Reti e fee only, mettiamo i puntini sulle I. Come sempre vi invitiamo a mandarci le vostre riflessioni a [email protected].

Solo dopo aver letto l’articolo “Reti e fee only, mettiamo i puntini sulle I” ho saputo che il mio intervento commentava argomentazioni espresse da un “Independent Ethic Advisor” che, da quanto si è premurato ad evidenziare, possiede una lunga e profonda esperienza nel campo della psicologia (l’articolo inizialmente era a nome della direzione).

Forse infastidito dal mio commento, noto come la replica sia stata piuttosto sdegnosa, dilungandosi soprattutto nel ribadire ancora una volta la fondatezza del concetto di “autoinganno” e della teoria sulla “disonestà degli uomini onesti”, portando a supporto della validità di tale tesi una nutrita e corposa lista di pubblicazioni internazionali, arrivando a sollecitare un contradditorio sul tema.

Sentendomi come Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi davanti a Don Abbondio che per impressionarlo snocciolava termini latini, confesso che non penso di leggere la sfilza di pubblicazioni per verificare quanto afferma……….. gli credo sulla parola!

Inoltre, come credo risulti in modo evidente leggendo il mio commento, mi sembra alquanto esagerata l’accusa di utilizzare “contenuti e toni” … che … “si limitano ad esprimere il disaccordo mediante l’insulto, l’attacco all’autore ed affermazioni non dimostrate, ossia con modalità irrazionali e non tanto civili di confronto”.

Che abbia usato a volte dell’ironia, questo sì, ma insulti no. Non è nel mio stile.

D’altronde, non era certo mia intenzione mettere in dubbio la professionalità dell’autore, la cui riconosciuta competenza, al contrario, rappresentava proprio l’origine ed il presupposto della mia critica.

Evidentemente non sono stato compreso.

Il fatto è che io non ho contestato le argomentazioni scientifiche, ma solo l’uso che se ne è fatto.

Infatti, mi sembra che l’accalorata e stizzosa replica dell’Independent Ethic Advisor non colga il vero nocciolo della questione, ovvero l’utilizzo strumentale di una teoria scientifica per compromettere una ben specifica categoria, quella professionale dei consulenti finanziari autonomi, mirando a delegittimare, o quantomeno depotenziare, proprio la caratteristica che più la qualifica e la distingue: la capacità di operare in “esenzione di conflitti di interesse”.

E, vista la platea a cui si rivolgeva, composta da persone che, come il sottoscritto, immagino non abbiano grande dimestichezza con la psicologia, mi sembrava giusto richiedere alcuni chiarimenti e spiegazioni aggiuntive su quanto da lui affermato, tra cui quali fossero “tutte le altre modalità di remunerazione”, frase che – nella sua indeterminatezza – dava adito, a mio avviso, ad immaginare nel lettore chissà quali potenziali pericolose e dannose conseguenze.

È ovvio che io non contesto certo il fatto che “anche” tra i consulenti indipendenti vi possano essere errori ed omissioni, e che alcuni di questi abbagli probabilmente possano derivare proprio da una eccesiva considerazione della esenzione di conflitto di interesse.

Trovo invece veramente spiacevole e sconcertante constatare come l’intero articolo “Consulenti, inganni e conflitti di interesse” – stando al fatto oggettivo di quanto esposto – sembra costruito ed impostato, sin dal suo titolo, con il palese intento di screditare “esclusivamente” la categoria dei consulenti indipendenti.

Pertanto, se l’Independent Ethic Advisor – proprio in virtù della sua dichiarata indipendenza – pretende di rimanere al di sopra delle parti, arroccato e tutelato dalle teorie scientifiche, correttezza richiederebbe da parte sua un ben diverso approccio, come mostrare, per esempio, molteplici casi esplicativi, evidenziare gli “errori inconsapevoli” più frequenti, fornire eventualmente qualche valido rimedio, ecc..

Insomma, provare ad essere un buon divulgatore scientifico e non, come mi è sembrato, un uomo di parte.

Vorrei chiudere questo battibecco ribadendo l’importanza della MIFID, dove la centralità della problematica del “conflitto di interesse” è e rimane particolarmente evidente.

Io so solo che oggi il consulente indipendente ne è esente, i consulenti che operano per Reti, Banche ed Assicurazioni no.

E questo, per il sottoscritto, rimane un grande ed incontrovertibile valore aggiunto, peculiare della consulenza fee only.

Un cordiale saluto

PP

 

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