Banche e reti, investimenti senza rivali

I numeri parlano chiaro: quanti hanno investito in ottica di medio e lungo termine sui quattro big del risparmio gestito quotati a Piazza Affari hanno sovraperformato l’indice di riferimento della Borsa italiana. In media, infatti, la performance del portafoglio settoriale equipesato e composto dai titoli Azimut Holding, Banca Generali, Banca Mediolanum e FinecoBank è stata pari al +114,8% negli ultimi cinque anni, al +78,8% se calcolata a tre anni e al +42,7% negli ultimi 12 mesi (dati aggiornati a metà ottobre). In confronto con il benchmark Ftse Mib appare impietoso, benché anche il paniere abbia messo a segno risultati più che positivi e a doppia cifra: +62,9% la performance a cinque anni, +38,7 quella a tre anni e +31,9% a un anno. Il tutto poi senza tener conto dei dividendi (la cui distribuzione è solo di recente ripresa dopo la sospensione decisa dalla Bce a causa dell’emergenza economica. I multipli di Borsa poi dipingono uno scenario ancora allettante per gli investitori con un rendimento medio del dividendo, il cosiddetto dividend yield, del portafoglio in esame del 7,5% (contro il 2,6% dell’indice Ftse Mib) e un rapporto, sempre in media, tra prezzi e utili (P/E) limitato a 14,8 (16,9 il Ftse Mib).

Prospettive incoraggianti
E stando agli ultimi dati sulla raccolta, ai risultati trimestrali, alla situazione tecnica e, non ultimo, all’ancora sempre (troppo) ampia fetta di risparmi degli italiani ferma sui conti correnti, le prospettive borsistiche per questi titoli restano incoraggianti. Ovviamente mercato generale permettendo e a condizione che non intervenga qualche evento esogeno a rompere le uova nel paniere. Più nel dettaglio, considerando i singoli titoli, “campione” in termini di performance a cinque anni è stata FinecoBank con un +227%, a tre anni il primo gradino del podio spetta ad Azimut con un +90,6% mentre la migliore performance negli ultimi 12 mesi è stata segnata da Banca Mediolanum. Non solo. Nel corso dei periodi temporali presi in considerazione, solamente in due casi su 12 le performance (comunque positive e doppia cifra) sono state inferiori a quelle del Ftse Mib: Azimut e Banca Mediolanum a cinque anni. La sovraperformance si può quindi dire che è stata costante nel corso del tempo e comune a tutte le big cap del risparmio gestito considerate.

Per quanto riguarda invece i multipli, e qui passiamo quindi a esaminare le potenzialità future dei titoli, al momento in termini di rendimento del dividendo brillano particolarmente Banca Generali e Banca Mediolanum con rispettivamente un dividend yield attuale del 14,25% e dell’8,10%. Mentre il meno caro è Azimut, che con un P/E limitato a 6,95 distanzia tutti gli altri con valori a doppia cifra. Ancora, dal punto di vista dell’analisi tecnica, tutti questi titoli appaiono graficamente inseriti in canali ascendenti che fanno ben sperare. Attenzione però al test delle resistenze di breve termine che, se non saranno oltrepassate in tempi rapidi, potrebbero comportare una serie di piccole correzioni. Movimenti che comunque non devono impaurire gli investitori di più lungo periodo, mercato permettendo come osservato poc’anzi. Altro elemento determinante che fa ben sperare nella continuazione degli uptrend, gli analisti delle principali banche d’affari che “coprono” i titoli italiani del risparmio gestito hanno ribadito raccomandazioni e target price mediamente ancora interessanti. Nello specifico, Azimut vale un buy per Banca Akros con target price di 27 euro, un add per Intesa Sanpaolo con fair value di 26,10 euro, un outperform per Intermonte con prezzo obiettivo di 27 euro e un neutral per Mediobanca con prezzo obiettivo di 24 euro. Proseguendo, Banca Generali è giudicata add da Intesa Sanpaolo con target di 38,30 euro, neutral da Mediobanca con obiettivo di 32 euro e neutral anche da Banca Akros con fair value di 35 euro. Banca Mediolanum vale un buy per gli analisti di Intesa Sanpaolo con target di 9,50 euro e per quelli di Equita con un medesimo fair value, un outperform per Mediobanca con obiettivo di 9,30 euro e per Intermonte con target di 9,50 euro e un accumulate per Banca Akros con fair value di 9 euro. Infine, ultimo titolo ma non certo per importanza, FinecoBank è giudicato buy da Citi con target di 17 euro e da Equita con obiettivo di 16,60 euro, hold da Intesa SanPaolo con fair value di 15,80 euro e neutral da Banca Akros con target di 14,60 euro.

L’uptrend e la raccolta
Di fronte a queste prospettive a far ben sperare gli investitori che l’uptrend borsistico dei big italiani del risparmio gestito quotati a Piazza Affari in atto possa proseguire anche nei prossimi mesi ci sono poi i dati, mediamente in crescita, sulla raccolta e sul totale delle masse gestite. Nel dettaglio per Azimut, in base agli ultimi dati di fine settembre, la raccolta netta da inizio 2021 si attesta a 15,3 miliardi di euro da inizio anno, il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato ammonta a 78,6 miliardi (di cui 52,4 miliardi fanno riferimento alle masse gestite). Per Banca Generali la raccolta relativa ai primi nove mesi di quest’anno è stata pari a 5,5 miliardi di euro, cifra dove le soluzioni gestite ammontano a 3,7 miliardi con una quota del 68% sul totale. Proseguendo, Banca Mediolanum, nello stesso periodo di riferimento, ha registrato una raccolta netta in risparmio gestito di 4,63 miliardi di euro e un totale di volumi commerciali del gruppo pari a 9,402 miliardi. Infine, FinecoBank ha registrato da gennaio a settembre dell’anno in corso una raccolta netta di 7,9 miliardi di euro, di cui 5,4 miliardi relativi al risparmio gestito con masse arrivate a 21,6 miliardi.

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