Pubblichiamo di seguito una lettera inviataci da una nostra lettrice in riferimento all’articolo Storia di un bancario disorientato che voleva fare il consulente. Vi invitiamo come sempre a scriverci a [email protected]
Mi ha colpito la lettera inviata alla vostra redazione da un professionista bancario pubblicata il 15/11 e mi piacerebbe condividere anche direttamente con voi una riflessione, suggerendo che potrebbe essere davvero interessante creare un “ponte comunicativo” tra i bancari e la rete in cui potersi scambiare curiosità, dubbi ed esperienze.
Leggendo le riflessioni contenute nella lettera mi è subito venuta in mente una domanda cruciale: ma qual è il vero percepito che il mondo bancario ha nei confronti della rete?.
E poi: siamo sicuri che ciò che viene discusso e portato nei colloqui sia davvero veicolato nel modo giusto e soprattutto onesto?.
Non tutte le reti sono uguali, così come non sempre troviamo persone davvero interessate a chi hanno di fronte. Sento spesso parlare di numeri e obiettivi, come se il reclutamento fosse una banale attività finalizzata ad “accrescere le masse” e così incontro esperienze di colleghi bancari che riferiscono di aver avuto un approccio di questo tipo con le reti trovandosi a dover rispondere sempre a un unico quesito: “quanto portafoglio hai?”.
Chi si occupa come me di sviluppo e ha esperienza di colloqui ricopre un ruolo delicato che ritengo vada ricoperto con serietà e trasparenza, con un approccio orientato primariamente alla Persona, non ai numeri.
Il percorso di conoscenza reciproca richiede tempo, tappe e soprattutto un’analisi davvero approfondita dello status attuale e degli obiettivi futuri. Il cambiamento è un percorso e come tale va affrontato, step by step fino al raggiungimento della vera consapevolezza di che cosa ci spinge a “guardare fuori”.
Mi sentirei quindi di chiedere al collega: qual è la vera motivazione che ti ha spinto a “guardare fuori”? Qual è stato l’elemento attrattivo che ti ha spinto ad approfondire la conoscenza delle reti?
E poi: di che cosa hai bisogno (se è percepito come bisogno, che probabilmente non hai ora) per muoverti verso un cambiamento così importante?.
La mia conclusione è che certamente non tutte le reti sono uguali, così come non tutti i colleghi bancari hanno le stesse esigenze e le stesse motivazioni che li spingono a ricercare un cambiamento. La differenza la fanno i professionisti che si occupano di sviluppo ed i Managers che guidano questo percorso.
Il suggerimento, in chiave prettamente psicologica, è quello di analizzare a fondo i nostri bisogni, paure e aspirazioni e condividerli durante i colloqui.
Importante: il percorso di cambiamento non si esaurisce con l’ingresso nella rete, continua nel tempo con un progetto condiviso di affiancamento e supporto che solo un Gruppo focalizzato sulla persona e orientato alla valorizzazione del potenziale della stessa puo’ garantire.