Secondo La Repubblica, dicembre sarà il mese di Caltagirone e Del Vecchio. In base a quanto riporta il quotidiano, i due tra i principali azionisti di generali, metteranno appunto solo dopo il 15 dicembre “il loro contro-piano per conquistare Generali”. La manovra dovrebbe comprendere diverse fasi. Di sicuro ai due imprenditori è chiaro che prima di tutto devono convicere il mercato che possa unirsi alla loro parte. “Già tra fine gennaio e febbraio contano di poter esporre pubblicamente i loro piani per liberare l’energia compressa che a loro avviso risiede in Generali”. Forza resa indebolita dallo stesso Donnet.
Come ogni azione c’è bisogno di spalle forti e coperte. Non è un caso che a banchieri, investitori finanziari, stakeholders, colleghi industriali delle performance di bilancio di Generali offrono entrambi una visione non così solida della compagnia. Gli utili sono assai prossimi a quelli del 2007, dicono i due, come per sottolineare che la compagnia è in stallo, senza crescita nè in termini di redditività o capacità di competizione all’estero. Ma il quotidiano precisa: “Naturalmente i numeri si lasciano interpretare, tant’è che per esempio i due non rilevano che i dividendi tra le annate 2007 e 2021 sono in un rapporto di 1 a 2. Ma quel che più conta è la prospettiva che presentano: dotare Generali dei capitali e della strategia per attrezzare un polo della finanza italiana in grado di competere su scala globale”.
Intanto si attende che Philippe Donent presenti il nuovo piano industriale. I due nell’attesa rispondono e pressano il numero uno in modi differenti. Caltagirone con il cavalcante acquisto di azioni e l’interrogazione rivolta alla Consob. Del Vecchio nel frattempo valuta “la manovra a tenaglia su Mediobanca (di cui è primo azionista appena sotto il 20%) e su Generali”.
Lo stesso racconta che “magari l’assalto a Generali in aprile potrebbe anche non riuscire, ma che poi nel ’23 non mancherà di espugnare la controllante Mediobanca. E da lì riprendere le redini di Generali“.