Consulenti, come fare per diventare grandi

Articolo a cura di Nicola Scambia

Il consulente finanziario potrà conquistare nuove quote di mercato soltanto se le banche sapranno fornirgli gli strumenti indispensabili ad affrontare le sfide del nuovo mondo post Covid. Al contrario, se la categoria si limiterà a rincorrere le certificazioni, gli award, i titoli, è destinata a un inesorabile declino. Oggi il mercato chiede consulenti capaci di operare all’interno di team multidisciplinari, che integrino competenze diverse e digitalizzazione.

Sui pacchetti di sigarette, c’è scritto ben chiaro che il fumo fa male, eppure la gente continua a fumare. Anche sulle piattaforme di trading è indicato molto bene che la grande maggioranza degli utenti perde soldi, eppure il trading continua ad attirare nuovi clienti e una delle ragioni è che quei clienti non ricevono risposte adeguate dagli altri operatori o, peggio, che non si fidano di loro.

Qualsiasi cliente sarebbe contento di poter contare su un consulente di fiducia. Questo non vuol dire condannare il fai-da-te, ma essere consapevoli che, per guadagnare sui mercati finanziari, bisogna affrontarli con grande preparazione e seguirli costantemente, altrimenti si corre il rischio di veder polverizzare a grande velocità i guadagni virtuali. Negli ultimi anni, abbiamo guadagnato tutti, ma per conservare e far crescere ancora quei guadagni in futuro, non ci si può adagiare sugli allori e occorre ideare strategie nuove. Per le quali non basta un impegno sporadico.

Occorre poi tenere conto dell’aspetto fiscale, che costa il 26% degli utili realizzati, e della necessità di compensare plusvalenze e minusvalenze, ricorrendo anche a strumenti che raramente entrano nel radar dei trader non professionisti. Infine, una strategia di investimento non può limitarsi a considerare il patrimonio mobiliare, ma deve tenere conto delle esigenze complessive di ogni singolo investitore: proprietà immobiliari, struttura familiare, passaggio generazionale, ottimizzazione fiscale, piani previdenziali, coperture assicurative, interessi internazionali e via dicendo.

Purtroppo, molti investitori non trovano alternative al fai-da-te perché attribuiscono scarso valore al supporto che possono ricevere dai consulenti finanziari, ma il consulente finanziario è l’unico operatore del mercato che possa fare fino in fondo gli interessi del cliente, perché ne condivide i risultati. Nel bene e nel male.

Disporre di un metodo, di una disciplina, di una strategia, del tempo necessario per seguirla e, soprattutto, degli strumenti che il sistema bancario è in grado di mettere a disposizione dei consulenti finanziari, permette loro di dare la giusta attenzione al patrimonio dei clienti. Spesso le banche appaiono eccessivamente preoccupate a rispettare le stringenti normative comunitarie e a far quadrare i loro bilanci, lasciando soli i loro clienti. Ma quando, da un lato, le banche mettono a disposizione dei consulenti strumenti operativi rapidi ed efficaci e, dall’altro lato, i consulenti sanno ragionare in un’ottica multidisciplinare, si può aprire un dialogo proficuo anche con i trader.

Personalmente, svolgo questo lavoro da molti anni e, grazie all’operatività garantita dalla mia banca e a un team multidisciplinare, sono convinto di poter trovare una via di collaborazione anche con gli investitori fai-da-te, che sono i più digitalizzati nel panorama italiano e possono apprezzare una metodologia finalizzata a guadagnare sui mercati. E voglio lanciare una sfida, partendo proprio dall’IT Forum: misuriamoci. Creiamo un portafoglio d’investimento e ritroviamoci tutti – trader, autodidatti, cultori dei consigli ben pagati prodotti da newsletter a pagamento ed esperti a parole – all’IT Forum 2022, per mettere a confronto i risultati.

L’appuntamento per parlarne è all’IT Forum del 23 novembre, alle 14,30 in Sala Solari, con il convegno “Guadagnare sui mercati oggi”.

 

 

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