Generali, De Agostini esce ma non rinuncia al voto

De Agostini avvia l’uscita da Generali attraverso una struttura progressiva di dismissione dell’1,44% detenuto nel Leone. A ridosso, tra l’altro, della presentazione del piano industriale del colosso assicurativo. Come scrive Il Sole 24 Ore, nel contempo Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone continuano a fare shopping sul mercato. Il primo è salito al 5,71% e il secondo al 7,19% del gruppo guidato da Philippe Donnet. Il titolo, dopo aver toccato i 19 euro, è tornato indietro e ieri ha chiuso a 18,4.

De Agostini era entrata in Generali nel 2006 e prima della decisione di uscire era rappresentava nel cda dall’ad Lorenzo Pellicioli, a valorizzare la partecipazione, a bilancio a 15,5 euro per azione. Il primo slot ceduto da De Agostini riguarda un pacchetto pari allo 0,14% di Generali su cui tuttavia, grazie a una complessa costruzione di derivati, la società di Novara manterrà i diritti di voto fino all’assemblea chiamata, il 29 aprile, a rinnovare il cda del Leone.

Intanto da Novara sottolineano «l’apprezzamento per l’operato del management» e «la stima e sintonia nei confronti dell’ad Donnet che nel corso degli ultimi due mandati ha saputo distinguersi per la visione strategica, la competenza tecnica e la completezza manageriale». Tanto da tenersi stretto il diritto di voto per il rinnovo del board grazie a cui De Agostini potrà schierarsi a fianco di Mediobanca (17,2% dei diritti di voto del Leone).

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