Consulenti, meglio guadagnare che fare trading

Martedì 23 novembre, all’IT Forum si è parlato di trading fai-da-te e consulenti finanziari. Un tema che evidentemente suscitava grande interesse, dato che la sala era già piena ben prima dell’orario di inizio e molte persone sono rimaste fuori. L’idea è di Nicola Scambia, consulente finanziario autorizzato all’offerta fuori sede, ed era forse la prima volta che un consulente con monomandato si presentava in una manifestazione sul trading per proporre un portafoglio finanziario e una strategia d’investimento capace di integrare i due mondi.

L’idea di Scambia – riassumibile così: “tradare di meno, guadagnare di più” – non vuole demonizzare il trading, quanto individuare soluzioni che permettano di tutelare i guadagni conseguiti con l’attività di intermediazione. Come? Attraverso un portafoglio strutturato con Etf Short Dax, fondi asimmetrici e una selezione di titoli di società  che saranno protagonisti della transizione economica in atto. Un menù che nel convegno è stato supportato da numerosi casi concreti e dai grafici dedicati a ogni singola situazione di mercato.

Il portafoglio presentato da Scambia ha anche una importante valenza di ottimizzazione fiscale, dato che la presenza dei titoli azionari consente di compensare plusvalenze e minusvalenze in relazione alle eventuali perdite conseguite sui fondi ed etf. Mentre, in caso di crolli, la presenza di Etf short protegge il portafoglio in caso di crolli importanti.

Titoli come Amazon, Apple, Tesla, Google insegnano che il trading si può rivelare perdente proprio sui quei titoli capaci di rompere le logiche di mercato e crescere esponenzialmente impensabili nell’epoca dell’economia tradizionale. Pertanto l’invito è stato quello di prediligere le azioni che hanno i titoli per rivelarsi vincenti nel prossimo futuro e di costruire il portafoglio secondo il proprio personale profilo di rischio, con l’assistenza di un consulente finanziario, che preferibilmente operi in una banca digitale. Chi vuole fare trading può continuare a farlo, naturalmente, ma decidendo prima se adottare un atteggiamento di crescita ponderata o quello del gioco d’azzardo, dove, come è noto, soltanto il banco vince sempre.

A concludere l’incontro è intervento Manlio Marucci, Presidente Federpromm, il sindacato dei consulenti finanziari e dei mediatori creditizi e assicurativi, che ha sottolineato l’importanza di rivolgersi a consulenti finanziari capaci, affiliati a banche solide e, possibilmente, tutelati nei loro diritti da un soggetto istituzionale per intenderci associati Federpromm.

“Il convegno è stato un esperimento antropologico, per conoscere da vicino gli investitori fai-da-te e le loro abitudini di investimento e di informazione finanziaria”, ha spiegato Scambia al termine dell’incontro, “e mi sono convinto che persone che conoscono i mercati e gli strumenti operativi digitali possono apprezzare il servizio offerto dai consulenti finanziari monomandatari. E questo può essere uno spunto di riflessione anche per le reti di vendita, che potrebbero trovare tra i trader nuovi clienti potenziali, sempre a patto che le reti sappiano offrire tutti gli strumenti disponibili per garantire un servizio di consulenza di qualità. Un investitore fai-da-te è molto digitalizzato ed è passato attraverso perdite che lo hanno formato. Un consulente finanziario, per contro, oltre alle raccomandazioni finanziarie digitali può aiutarlo a coprire tutta la sfera patrimoniale e familiare, soprattutto se opera all’interno di strutture come il CB Point di Milano: un team multidisciplinare di consulenti finanziarie, avvocati, commercialisti, fiduciarie e molti altri servizi che permettono di assistere a 360 gradi”.

 

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