Reti, risparmio gestito: calici in aria per il record 2021

Le reti di consulenti finanziari possono festeggiare il risultato di questo 2021, anche se l’anno di per sè non è mica finito. Ma come riporta La Repubblica si può già parlare di record.
Nei primi nove mesi del 2021 si sono raggiunti i quasi 41 miliardi di risparmio, “poco meno di quanto hanno fatto nel 2020, che era già stato un anno record con oltre 43,4 miliardi”. Tuttavia il differenziale rispetto al 2020 si basa su un dato temporale impari. Mancano ancora i conteggi dei tre mesi finali e osservando come sta procedendo la raccolta in questi mesi non è impensabile ipotizzare che il 2021 possa registrare un record di raccolta.

Azimut è sicuramente la società che ha ricevuto maggiori successi: più 55%, tra performance del titolo e dividendi pagati, secondo Datastream. Segue Banca Generali con un rendimento totale del 53,7%. Medagli di bronzo a Banca Mediolanum, con una performance del 37,4%. Anche Anima, ultima società quotata che è però propriamente un asset manager (ovvero produce prodotti e li distribuisce attraverso la rete bancaria) ha ottenuto un più 20,1%. Anche la raccolta delle reti non quotate, a cominciare da Fideuram del gruppo Intesa Sanpaolo è stata fino a ora piuttosto soddisfacente. Soltanto la controllata di Intesa  ha raccolto 5.627 milioni nei primi nove mesi del 2021, contro i 3.897 dello stesso periodo del 2020.

“La situazione “ambientale” è perfetta – commenta Gianluca Ferrari, analista di Mediobanca Securities a Repubblica. “I tassi continuano a restare molto bassi, i mercati tirano e ciò spinge i risparmiatori a prendersi qualche rischio e questo agevola la raccolta dei consulenti finanziari e degli operatori specializzati”.
“Paradossalmente – sostiene Marcello Messori, docente alla Luiss e presidente di Allianz Bank Italia – la pandemia, grazie anche agli aiuti di Stato per famiglie e imprese, ha dato una spinta alla raccolta del risparmio gestito. C’è però stata una polarizzazione nelle scelte degli investitori privati: una parte ha scelto la liquidità, un’altra parte ha preferito i più rischiosi prodotti azionari”.

In questo scenario, concentrandosi sulla scena azionaria, Fineco è la società più brillante in Borsa nel lungo periodo. E stando a quanto afferma il quotidiano, lo dimostrano anche i suoi multipli “fuori misura”, pari a 30 volte gli utili. Il merito sarebbe rivenibile alla piattaforma tecnologia e ai bassi ricarichi sui prodotti venduti.  “Banca Generali viene invece valutata 15,9 volte gli utili e Banca Mediolanum a 12,7. Più basso il valore di Azimut (e questo spiega anche in parte il rally in Piazza Affari nel 2021, una specie di recupero), pari a 9,8 gli utili. Più basso ancora Anima, 8,2 volte, che si spiega con il fatto che la società di asset management (e quindi non una rete) non controlla la propria distribuzione, mentre è troppo dipendente da una banca come Mps, tuttora senza un chiaro futuro”.

Infine, afferma il quotidiano,  Azimut rimane un unicum fra gli asset gatherers (le reti) ad avere una propria consolidata fabbrica prodotti, rafforzata peraltro all’estero da una serie di acquisizioni di team di gestione.

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