Banche, il ceto medio protegge 1,7 trilioni di risparmi

Il ceto medio è stato bistrattato in passato dalle attenzioni degli istituti bancari, specialmente in ottica di investimenti, ma adesso potrebbe essere il protagonista di un’inversione dell’economia del Paese.

Nelle casse della clientela che detieni da 50mila a 100mila euro e da 500mila a 1milione di euro di risparmio si arriva a un totale di 1,7 trillioni di euro. Il totale è l’esatta metà dei 3,3 trilioni di risparmi totali in Italia. Il problema di questa somma alla fine – ma non è una issue nuova – è che fermo nelle casse delle banche. Da una parte, spiega a Il Sole 24 Ore Daniele Funaro, Partner di Bain & Company, è una problematica biforcuta: da una parte tale tesoretto pesa sulle spalle delle banche che – come nel caso di Fineco – sono costrette tassare i risparmi del cliente, dall’altra quest’ultimo non immette energie nel circuito economico e erroneamente evita l’investimento, unica strategia per avere un rendimento ulteriore.

Inoltre, spiega sempre Funaro, il ceto a cui tale tesoro fa riferimento, è solitamente scettico e scontento dell’approccio degli istituti finanziari. “Il cliente affluent” afferma Funaro “non è per niente soddisfatto dai servizi di consulenza offerti dalle istituzioni finanziarie in questo ambito, preferisce un’esperienza ibrida multi-canale ma costruita intorno alla figura del banker e apprezzerebbe in modo particolare la proattività da parte delle banche nel gestire il rapporto”.

La sfida si basa proprio sull’involvement di tale segmento. “Mettendo bene a fuoco il segmento affluent le banche potrebbero conseguire incrementi strutturali nella redditività superiori al 20%”. Senza contare che tale rendimento significherebbe anche migliori attività all’interno dell’intero sistema Paese, che si avvantaggerebbe dell’arrivo di nuove risorse a supporto dell’economia reale.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!