Consulenti, Fee Only Summit: l’importanza del fintech nel vostro lavoro

“Il consulente conosce perfettamente il cliente e riesce a clusterizzarli in base alle necessità, la banca conosce il cliente sotto altri punti di vista, le piattaforme infine sanno fare un lavoro sui dati meglio di noi ed è per questo che è importante creare una cooperazione tra i vari player. A beneficiarne è il cliente finale” dichiara Salvatore Grisanti (Sella) in apertura del terzo panel del Fee Only Summit, il vertice celebrativo dei consulenti indipendenti, nel Teatro Ristori di Verona.

Dopo l’apertura da parte del Team Consultique, e esplorato un excursus storico sulla creazione e sviluppo della figura del consulente indipendente, il summit si è poi orientato verso i mercati e verso soprattutto uno sguardo analitico e approfondito alla consulenza finanziaria indipendente. Uno dei due trend del momento, che ha in qualche modo influenza anche sul versante operativo della professione, è il Fintech che fa chiedere in questo giro di boa storico, nel quale la pandemia ha fatto da volano, come cambia la professione finanziaria in quest’ottica. Sul palco di questa edizione del Fee Only Summit 2021 i protagonisti dell’investimento fintech, che in qualche modo grazie anche a software e piattaforme proprietarie, offrono servizi e strumenti tecnologici al consulente, e di conseguenza al cliente: Azimut Direct, Prestiamoci, Doorway, Sella, Directa Sim, Consultique

Ma soprattuto perché un consulente dovrebbe consigliare al cliente investimenti in venture capital e fintech, startup e innovazione? Per Stefano Mascetti (Doorway) perché “in Italia finalmente questo settore ha avuto una fase di sviluppo negli ultimi anni, guidata anche da società di crowfunding. Sono aumentati i fondi di venture capital e private equity. Attori importanti che muovono capitali utili per scalare”.

Vincenzo Tedeschi, ad di Directa, dichiara che i piani automatici in Etf potrebbero migliorare la stessa strategia consulenziale: “Si tratta della possibilità di acquistare facilmente con ordini robotizzati quote di Etf in Borsa Italiana. Prodotto semplice in collaborazione con Lyxor. Il servizio oltre che automatizzato è gratuito. L’industria degli ETF è diventata gigantesca. Da qualche anno accanto ai tradizionali fondi indice, troviamo ETF pacchettizzati da un punto di vista tematico invece di cloni di indici di borsa. Questo permette al consulente di creare una asset allocation diversificata”. E aggiunge: “Il talento del consulente sta nel seguire questa asset allocation e mutarla in base alle condizioni di mercato”.

“Vogliamo essere di supporto ai consulenti non come corpo estraneo, ma come valore aggiunto a tutto l’ecosistema” ritorna ad affermare Salvatore Grisanti (Sella), sottolineando che la tecnologia sta diventando doppiamente importante: si tratta di un investimento di guadagno per il cliente, ma anche di beneficio per il consulente poiché l’innovazione – nonostante il consulente rimanga al centro del servizio  – può portare solo valore aggiunto.

“I valori che mettiamo a disposizione nella nostra piattaforma” continua Stefano Masetti (Doorway) “sono la base della nostra proposta. Investiamo con club deal, ma costituiamo un veicolo che è una S.r.l. all’interno della quale una persona di riferimento che collega i nostri investitori ad una società target”.

Fabio Mungai (Azimut Direct) però riflette sul concetto di fintech che deve essere considerato in un macrosistema di consulenza e investimento, cercando – soprattutto di advisor – di evitare che possa essere un termine vuoto, ma un beneficio immediato e veloce al cliente.  “L’abbinata finanza tecnologia è stata una svelta recente, ma molto importante. Non basta però. Quello che voglio dire è che il concetto di fintech da solo rischia di essre una moda. In aderenza a questo concetto ci deve essere una piattaforma di capacità, organizzazione e disciplina. La finalità del fintech è consentire al fruitore un accesso veloce e facilità. Accelerare i tempi di risposta è un po’ la nostra stella polare”.

 

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