Consulente, un lavoro ad alto contenuto sociale

Pubblichiamo di seguito una riflessione inviataci da un nostro lettore in riferimento all’articolo Consulenti, l’anno che verrà. Vi ricordiamo che potete scriverci e inviarci le vostre riflessioni all’indirizzo mail [email protected]

Riprendendo il bel messaggio di fine anno del collega che ha inviato l’articolo “Consulenti, l’anno che verrà”, non posso far altro che associarmi a quanto da lui auspicato per quanto riguarda il 2022, ovvero di vivere sempre serenamente le prossime prove che i mercati ci presenteranno, consapevoli di essere un sicuro punto di riferimento per i risparmiatori, pronti a dare il meglio di noi per salvaguardare gli interessi e la tranquillità dei nostri clienti.

La nostra forza è di far parte di una categoria di professionisti che definirei “ad alto contenuto sociale”, in grado di dare, pertanto, soddisfazioni che vanno ben al di là delle “semplici” remunerazioni.

Parlare dei problemi economici significa entrare nel vissuto dei propri clienti, valutare insieme a loro i punti di forza e di debolezza della famiglia, tra cui anche gli aspetti affettivi e le eventuali tensioni, comprendere e valutare i timori e le aspettative, evidenziare le reali esigenze – che spesso lo stesso cliente non ha ben presente – e dare una priorità agli obiettivi così identificati.

Questo è il difficile! Solo dopo viene la parte più tecnica e sicuramente per noi più “semplice”: tradurre queste molteplici informazioni in operatività e soluzioni finanziarie.

Come detto, mi trovo assolutamente solidale col collega ed insieme a lui con la maggior parte dei consulenti finanziari che svolgono con competenza e piena responsabilità la propria professione.

Da consulente finanziario indipendente, comunque, non posso non rilevare quanto esplicitato nell’articolo: “Mi auguro poi che le opportunità offerte dai mercati …….. vengano interpretate coerentemente dalle proposte commerciali delle aziende per le quali lavoriamo”.

Purtroppo, dalla mia esperienza consolidata da oltre venticinque anni di militanza presso diverse Società, ho visto come le proposte commerciali delle Società abbiano rappresentato spesso più un impedimento che un incentivo a svolgere una corretta attività professionale, costringendo il consulente a trovare un difficile punto d’equilibrio nel soddisfare allo stesso momento sia le aspettative del cliente che quelle della propria Società.

Il problema sorge in quanto gli obiettivi che si pone la Società spesso si contrappongono agli interessi del cliente, essendo concentrata soprattutto sulla massimizzazione dei propri profitti mediante il conseguimento dei target di vendita di ben precisi prodotti finanziari.

Ovviamente non c’è né da stupirsi e né da scandalizzarsi di un tale comportamento: essendo delle Società che rispondono ai propri azionisti, non fanno altro che il loro mestiere.

Pertanto, essendo una questione strutturale e di sistema, in questo contesto vedo difficile una possibile soluzione a tale ambivalenza.

Risulta evidente che una tale impostazione complica notevolmente il lavoro di ogni serio professionista che, invece, ha l’ambizione di fornire una consulenza in grado di soddisfare in pieno le aspettative dei propri clienti.

Torno a ribadire che nutro grande rispetto ed ammirazione per quei colleghi che, nonostante si trovino loro malgrado “servitori di due padroni”, riescono nonostante tutto a fornire un servizio di consulenza degna di questo nome.

Personalmente, per svincolarmi da tali amletici dubbi – ovvero chi privilegiare, se la Società od il cliente – e semplificarmi la vita, ho deciso di dare un taglio netto al passato e di parteggiare senza se e senza ma per i miei clienti, optando per la consulenza indipendente.

Vi assicuro che mai decisione fu più provvidenziale.

Con l’occasione, auguro a tutti i colleghi, indipendenti e no, uno strepitoso 2022 ed un sincero in bocca al lupo!

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