Generali, Caltagirone se ne va e accusa
Caltagirone ha motivato le dimissioni poiché la sua persona era “palesemente osteggiata, impedita dal dare il proprio contributo critico e ad assicurare un controllo adeguato”, con riferimento alle modalità di lavoro del consiglio di amministrazione e in particolare: alla presentazione e approvazione del piano strategico; alla procedura per la una lista da parte del consiglio; alle modalità di applicazione delle norme sulle informazioni privilegiate e ai rapporti con i media. Insomma un j’accuse verso la corporate governance del gruppo assicurativo presieduto da Gabriele Galateri (da sempre nell’orbita di Mediobanca) e guidato dall’a.d. Philippe Donnet che il patto vuole sostituire.
Scontata quindi la replica di Galateri. “Esprimo vivo rammarico e sorpresa – ha detto – per la decisione assunta dal cavaliere Caltagirone. Le motivazioni addotte non possono che essere categoricamente respinte avendo la società sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, anche relativamente ai lavori per la presentazione di una lista per il rinnovo del consiglio, di cui ha costantemente informato le autorità di vigilanza”.
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