Generali, Caltagirone se ne va e accusa

Sale d’intensità in vista della prossima assemblea soci lo scontro sulle Assicurazioni Generali. Ieri infatti in tarda serata il vicepresidente vicario Francesco Gaetano Caltagirone (nella foto) s’è dimesso dal consiglio d’amministrazione, dov’era presente da 12 anni, esprimendo un duro atto d’accusa verso la governance del Leone di Trieste, che (anche senza nominarla) è per lui eterodiretta da Mediobanca. Il costruttore, editore e finanziere romano, che possiede oltre l’8% di Generali, è parte del patto con Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt che detiene complessivamente oltre il 16% a un soffio dal 17% in mano a Mediobanca: il tutto in vista della scadenza del consiglio prevista ad aprile.

Caltagirone ha motivato le dimissioni poiché la sua persona era “palesemente osteggiata, impedita dal dare il proprio contributo critico e ad assicurare un controllo adeguato”, con riferimento alle modalità di lavoro del consiglio di amministrazione e in particolare: alla presentazione e approvazione del piano strategico; alla procedura per la una lista da parte del consiglio; alle modalità di applicazione delle norme sulle informazioni privilegiate e ai rapporti con i media. Insomma un j’accuse verso la corporate governance del gruppo assicurativo presieduto da Gabriele Galateri (da sempre nell’orbita di Mediobanca) e guidato dall’a.d. Philippe Donnet che il patto vuole sostituire.

Scontata quindi la replica di Galateri. “Esprimo vivo rammarico e sorpresa – ha detto – per la decisione assunta dal cavaliere Caltagirone. Le motivazioni addotte non possono che essere categoricamente respinte avendo la società sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, anche relativamente ai lavori per la presentazione di una lista per il rinnovo del consiglio, di cui ha costantemente informato le autorità di vigilanza”.

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